L'ingegner Carlo De Benedetti è tornato alla carica con il suo cavallo di battaglia storico contro la diseguaglianza sociale: la patrimoniale. L'ex editore di Repubblica è così convinto dei benefici di una patrimoniale in Italia che lui la paga già, ma in Svizzera, precisamente lo 0,9% sul patrimonio. In effetti De Benedetti ha fatto fortuna in Italia, ma risiede a Sankt Moritz, appunto in Svizzera, paese che offre grandi vantaggi, soprattutto fiscali, soprattutto per gli ultraricchi. Quando a Piazza Pulita ha spiegato che lui paga la patrimoniale sì, ma alle casse elvetiche, in studio è calato un attimo di gelo. Meno male che Antonio Padellaro si è ricordato di essere un giornalista del Fatto e ha fatto presente all'Ingegnere che la patrimoniale in Svizzera è cosa ben diversa che in Italia e poi che, se si è come lui attenti osservatori della società italiana (su cui ha appena scritto un saggio, Radicalità. Il cambiamento che serve all'Italia) e per giunta dispensatore di consigli ai segretari del Pd, varrebbe forse la pena anche pagare le tasse in Italia, più che in Svizzera. L'Ingegnere ha dribblato la domanda, spiegando in sostanza che fa già abbastanza per la collettività italiana anche senza pagare la patrimoniale: una grande sede che ospiterà gratuitamente 200 bambini con problemi neurologici, nella quale l'Ingegnere ha investito 12 milioni di euro. «A me pare molto più concreto e utile dimostrare il proprio voler essere vicini alla propria collettività facendo questo», o anche «fondando un giornale che non ha certo lo scopo di lucro ma che ha lo scopo di mantenere in piedi una certa idea dell'Italia». All'Italia regala tutto questo, alla Svizzera lo 0,9% del patrimonio.
Ma non c'è un calcolo economico, dietro, bensì una questione affettiva. Più volte De Benedetti ha raccontato di essere in debito con la Svizzera. «In tempo di guerra e durante gli anni di piombo la mia famiglia trovò rifugio in Svizzera, sono molto grato a questo paese», spiegò. Mentre all'Italia deve il successo e i soldi. «Italia e Svizzera, di cui sono cittadino, sono i due paesi della mia vita». Due paesi molto diversi dal punto di vista fiscale, quasi opposti. Una patrimoniale in Italia avrebbe un impatto molto differente. La tassazione su lavoro e imprese (e rendite finanziarie) in Svizzera è molto più bassa rispetto all'Italia dove la pressione fiscale nel 2022 è arrivata al livello record del 42,7%. Inoltre, in Italia ci sono già imposte patrimoniali: l'Imu, l'Ivie (imposta sugli immobili all'estero), l'imposta di bollo, l'imposta ipotecaria, l'imposta di registro, l'imposta catastale, l'imposta di successione. Secondo un recente studio dell'Osservatorio Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica «nel 2020 il gettito delle imposte patrimoniali attualmente in vigore in Italia è stato di circa 40 miliardi.
Questo pone l'Italia leggermente al di sopra della media dei paesi dell'Unione Europea» si legge. Aggiungere un'altra imposta patrimoniale potrebbe avere effetti contrari a quelli desiderati. Magari a qualcuno verrebbe in mente di andare a vivere in Svizzera.
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