La «mina De Luca» fa esplodere il Nazareno. La segretaria Elly Schlein (foto) scarica il governatore della Campania, Vincenzo De Luca (foto), dopo il blitz sul terzo mandato. «In Campania possono cambiare tutte le leggi che vogliono, il Pd non sosterrà mai De Luca per il terzo mandato». Nel mirino dei vertici nazionali dem è finito tutto il partito campano, accusato di aver appoggiato la forzatura sul terzo mandato. Domani alle 15 si va in Aula in Consiglio regionale per recepire la norma nazionale che impone il limite dei due mandati per i presidenti di Regione. Una mossa calata sul tavolo in extremis che consentirebbe al governatore di ripresentarsi per la terza volta al timone della Regione.
Ieri è stata una giornata di contatti tra Napoli e Roma. I fedelissimi della segretaria stanno facendo pressioni fortissime sul gruppo Pd in Regione affinché domani non votino la norma sul terzo mandato. Il capogruppo Mario Casillo è praticamente sotto assedio. Ma per ora il pressing sembra destinato a fallire. Solo uno, al massimo due consiglieri potrebbero sfilarsi. De Luca spera di agganciarsi al precedente di Zaia in Veneto: i due mandati si iniziano a calcolare dal momento del recepimento della norma. Dunque, per De Luca il secondo mandato sarebbe quello 2025-2030. C'è però un giallo, nel 2009 l'allora presidente della Regione Antonio Bassolino intervenne sulla materia, modificando la legge elettorale. Ora i giuristi devono sbrogliare la matassa: quel precedente vale come recepimento della norma sui due mandati? Per De Luca no. Tifa per lo sceriffo salernitano anche il presidente Pd della Puglia Michele Emiliano che potrebbe inserirsi nel varco campano e rivendicare anche per lui il terzo mandato. Un effetto a cascata che rischia di travolgere l'azione di rinnovamento annunciata da Schlein. È la vendetta dei cacicchi.
Intanto il centrodestra soffia sulle tensioni in casa Pd. «Il Pd in Campania, nonostante il no deciso della segretaria Schlein, spiana la strada al terzo mandato del governatore uscente. La questione ci mostra un Pd bifronte: mentre i suoi parlamentari hanno votato contro il terzo mandato, i Consiglieri regionali della Campania votano a favore. Dobbiamo dunque ritenere che esiste un Pd a Roma e un Pd a Napoli? Che sia una forma di autonomia differenziata in salsa Schlein?», attacca Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.
Dal fronte di Forza Italia interviene Fulvio Martusciello, capo delegazione a Bruxelles: «La battaglia della Schlein è uguale a quella che feci io nel 2022, quando cambiai completamente la classe dirigente della Campania. Ci volle coraggio ma la storia ci ha dato ragione. Anche allora c'erano nello sfondo inchieste e impresentabilità diffuse, anche allora c'era una pervicace conservazione di potere. E non è un caso che i protagonisti negativi di quella stagione che noi mettemmo nell'angolo poi si sono ritrovati con De Luca. Per questa ragione, diciamo alla segretaria del Pd di non avere paura. L'arroganza si sconfigge con il coraggio».
Superato lo scoglio del voto in
Consiglio regionale, De Luca sarà impegnato a costruire la coalizione per una ricandidatura anche senza Pd. Italia Viva e Azione, più una decina di liste civiche, dovrebbero formare il Terzo Polo campano targato De Luca.
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