Luigi De Magistris ha sempre ripetuto che le sentenze vanno rispettato. Ma lui, la sentenza del caso Why not, proprio non la vuole rispettare. Non ci pensa proprio di fare un passo indietro e dimettersi da sindaco di Napoli. Alla poltrona Palazzo San Giacomo s'è incatenato e a smuoverlo non saranno i compagni di partito, i vecchi amici di manette, i giustizialisti dell'Associazione nazionale dei magistrati. Come un disco incantato, Giggino 'a manetta continua a ripetere che non solo non lascerà l'incarico, ma che addirittura si ricandiderà a essere il primo cittadino di Napoli. È la nemesi di un (ex) magistrato che al minimo sospetto fremeva per sbattere in cella indagati e imputati.
"Nel 2016 mi ricandido a sindaco di Napoli - ha annunciato De Magistris ai microfoni di Sky Tg24 - ricostruirò il mio consenso giorno dopo giorno, e alla fine come sempre decideranno i cittadini". E il primo cittadino è, infatti, convinto di poter ottenere tra due anni percentuali ribaltate rispetto al sondaggio di Sky che, ad oggi, vede il 78% di favorevoli alle dimissioni e solo il 22% di contrari. Nemmeno se il prefetto dovesse sospenderlo, sarebbe disposto ad accettare la condanna. "Secondo me la legge (Severino, ndr) non prevede nessun automatismo, ma se il prefetto ritiene di applicarla con la mia sospensione non è che io voglia scatenare la fine del mondo - ha continuato - il vicesindaco assumerà le mie funzioni ma io sarò sempre il sindaco eletto dai cittadini e alla fine della sospensione riassumerò il mio incarico. Nel frattempo farò il sindaco per strada". E impugnerà la sospensione. Ma cosa significa fare il "sindaco per strada"? De Magistris lo ha spiegato ai microfoni di Sky: "Sistemerò aiuole con i miei concittadini, farò iniziative con loro. Pur sospeso, sarò sempre io il sindaco. La mia squadra è lì, la mia maggioranza è compatta e si è ampliata...". Una sorta di sindaco ombra per aggirare la sospensione del prefetto e la condanna in primo grado.
Nelle ultime ore anche Antonio Ingroia ha chiesto le dimissioni. "Sono suo amico - ha detto all'Huffington Post - ma è il momento di fare un passo indietro". De Magistris, al tempo eurodeputato per Antonio Di Pietro, parte dal presupposto che la sentenza sia "sbagliata" e che soltanto le elezioni (nel 2016) potranno sbatterlo fuori dal Comune di Napoli. "Ho fatto il mio dovere - ha sentenziato - ho la coscienza a posto". Insomma, l'esatto opposto del credo che lui e i suoi compagni di manette andavano in giro ripetendo fino a qualche tempo fa. È un sistema che va in tilt. Adesso, viene fuori che sotto sotto aveva ragione Silvio Berlusconi: le sentenze possono non solo essere sbagliate, ma addirittura politicizzate. Niente di nuovo sotto il sole. Ma che a dirlo sia uno dei più agguerriti giustizialisti del Paese fa specie. Tanto più se si mette a bisticciare con l'Anm. "Non faccia solo una difesa corporativa, che può essere finanche giusta - ha detto l'ex pm al sindacato delle toghe - ma vada anche a vedere se all'interno della magistratura vengono commessi errori gravi". Il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli non se le è lasciate cantare.
E ha replicato: "Quelle di De Magistris sono affermazioni molto gravi perché esprimono disprezzo non nei confronti di questi o quei giudici, ma nei confronti della magistratura e della giurisdizione". Che spettacolo!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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