Il Def manda in tilt il Pd. Minoranza: "Fermare l'iter"

Dopo la bocciatura sulle stime di crescita per il 2017 da parte di Bankitalia, Renzi promette le coperture per la manovra. Poi cerca la sfida in tv sul referendum

Il Def manda in tilt il Pd. Minoranza: "Fermare l'iter"

Dopo la bocciatura sulle stime di crescita per il 2017 da parte di Bankitalia e le critiche da parte dell'Ufficio per il bilancio al Def, Matteo Renzi risponde in un'intervista a Radio Capital a chi lo accusa di non avere le coperture per la manovra: "L’economia va un pò meglio ma ancora non va bene. La macchina è ancora con il freno a mano tirato. Quello che manca è un grande lavoro sugli investimenti", ha aggiunto Renzi. "Quello che manca è un piano di investimenti nel settore delle costruzioni, nel settore della green economy applicato a quella filosofia del rammendo di cui parla Renzo Piano. Sugli investimenti siamo a 31 miliardi, ancora basso", spiega il premier. Ma il Def di fatto non convince nemmeno tutto il Pd, e la minoranza mette il governo con le spalle al muro: "Senza la validazione della nota di aggiornamento al Def da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio non si possono realisticamente esprimere i pareri obbligatori delle Commissioni parlamentari. L’Upb è l’organismo indipendente che deve garantire la correttezza dei conti pubblici e quindi la stabilità finanziaria. Andare avanti nei lavori parlamentari dopo questa netta è inequivocabile presa di posizione dell’ ’arbitrò non è dunque possibile: il governo e l’Upb si incontrino al più presto per chiarirsi e solo dopo il Def ritorni in Commissione", scrive in una nota il senatore della minoranza Pd, Federico Fornaro, componente della commissione Finanze del Senato.

Ma Renzi pensa più al referendum che ai conti e così, sempre a Radio Capital si dice disposto a un confronto tv col fronte del No. Il premier afferma di essere pronto a un confronto televisivo con Massimo D’Alema, Beppe Grillo e Matteo Salvini, purchè si ricordi "che devo fare anche il presidente del consiglio...". Renzi lo ha detto in diretta a Radio Capital, aggiungendo: "E perchè dimenticare il prode combattente Silvio Berlusconi?". Infine il premier ha parlato anche del Ponte sullo stretto: "Sono dieci anni che dico la stessa cosa: primo, mettere soldi nell’edilizia scolastica; secondo, banda larga; terzo, bisogna fare un grande piano di infrastrutture, di completamento di quelle che mancano; quattro, bisogna far viaggiare i treni in Sicilia, sono un’offesa al trasporto pubblico locale; quinto, bisogna mettere a posto i viadotti in Sicilia. Così sul Ponte sullo Stretto di Messina il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervistato da ’Radio Capital’.

’Quando si sono fatte queste cose - ha sottolineato - non parlare di ponte solo perchè l’ha detto Berlusconi, mi sembra francamente un non senso. Perchè bisogna dire di no a un’opera che può portare i treni da Napoli a Palermo, una volta che si è finito tutto il resto, su cui c’è un contratto, perchè bisogna dire di no a livello teorico".

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