Comportamenti discriminatori nei confronti delle attiviste di sesso femminile da parte dei poliziotti. La grave denuncia arriva da una delle manifestanti di Extinction Rebellion fermate e portate in questura dopo la manifestazione di protesta di lunedì mattina davanti alla sede di Leonardo a Brescia. «Mi hanno chiesto di togliermi le mutande e fare tre squat, per dei controlli a detta loro. Questo trattamento è stato riservato solo a persone femminilizzate. Ai maschi non è stato chiesto di spogliarsi e togliersi i vestiti», racconta la militante in un video pubblicato sui social del gruppo ambientalista. Sono 23 le persone che sono state portate in questura dopo la manifestazione che vedeva coinvolti, oltre a Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Palestina Libera e che sono state «denunciate per reati pretestuosi e altre espulse da Brescia con fogli di via obbligatori», secondo il gruppo ambientalista. «Si conclude così una giornata piena di abusi in divisa che apre una nuova ferita nella gestione del pubblico dissenso in questo Paese. Chiederemo giustizia, anche questa volta, affinché il diritto al dissenso venga difeso, onorato e protetto. Ripetiamolo insieme: sorella, non sei sola!».
Sull'accaduto il vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, ha depositato un'interrogazione. «Spieghino gli agenti della Questura di Brescia come mai hanno sottoposto a sette ore di fermo persone che avevano fornito i documenti e quindi non dovevano essere trattenute in base all'articolo 349 del codice di procedura penale. Ma, soprattutto, spieghino perché donne e ragazze sarebbero state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe. Di questi abusi, dopo il 2001, ne abbiamo abbastanza. Come ne abbiamo abbastanza delle denunce arbitrarie, che regolarmente cadono davanti al Pm e dei fogli di via elargiti a chiunque manifesti».
La questura bresciana nega, sottolineando in una nota di aver svolto «le proprie attività di indagine e d'ufficio secondo le modalità consone del rispetto dei diritti e delle dignità delle persone» e aggiungendo che «non si risponde alle provocazioni emerse da un video e da un comunicato diffuso alla stampa in cui si descrivono atteggiamenti che non appartengono alla Questura di Brescia e ai suoi operatori di polizia».
Da più parti si chiede l'intervento del ministero dell'Interno Matteo Piantedosi. «Chiediamo al ministro di verificare immediatamente e di intervenire qualora le notizie fossero confermate.
Viene sempre più il dubbio che questi comportamenti siano figli, se non di una indicazione esplicita, di un clima creato da un governo che cerca di esasperare la situazione e di criminalizzare il dissenso», dice il deputato Pd Matteo Orfini.
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