Diego Barbieri ha 15 anni e tanta voglia di scalare le montagne. La vita gliene ha già messa di fronte una, particolarmente alta. Difficile da scalare. Ma Diego non si è fatto intimidire e la bandiera del suo coraggio l'ha piantata in cima. I suoi ramponi sono la forza di volontà. Le sue corde per issarsi sulle rocce sono l'affetto dei genitori e del fratellino, pari alla solidarietà che nei riguardi di Diego mostrano i suoi amici. Che non l'hanno mai abbandonato. Soprattutto nei momenti bui dello sconforto. Era il 2014 quando Diego giocando nel giardino della sua casa in provincia di Genova si tirò addosso un pesante attrezzo da lavoro usato da papà Marco. Un maledetto incidente domestico.
Per un anno Diego resta ricoverato al «Gaslini» in stato vegetativo. Speranze. Preghiere. C'è chi lo chiama «flusso d'amore». E ha ragione. Perché questa «energia del bene» può fare miracoli. E il miracolo avviene.
Diego si riprende e, dopo 9 mesi di riabilitazione in un centro specializzato di Lecco, torna a casa. Da allora le cure non sono mai finite, ma per Diego il peggio è ormai passato. Ha problemi di vista e la mobilità è limitata, ma la vetta non è più un obiettivo impossibile.
Anzi, la meta diventa reale quando Diego alle scuole medie si ritrova come docente di Italiano, Stefano Piana: un insegnante «Capitano» che sembra la reincarnazione del professor John Keating (l'attore Robin Williams) nel film «L'attimo fuggente».
Il professor Piana è l'artefice del «Progetto Montagna», un'attività che unisce lo studio alla natura portando gli studenti lì dove imparare diventa più bello e, forse, più utile: lungo i pendii dove le uniche cose di legno non sono i banchi e le sedie ma gli alberi.
Il professor Piana vuole assolutamente che del gruppo faccia parte anche Diego: «Se avrà qualche problema nella scalata, lo aiuteremo noi». E così la scolaresca mette a punto una speciale «carrozzina monoruota» per spingere Diego fin lassù. Dove osano le aquile. Diego è un ragazzo felice. I suoi sogni si sono in parte realizzati, ma il meglio deve ancora venire: «I miei tre anni di scuola media sono stati meravigliosi - racconta al Giornale -. Ho trovato compagni e professori eccezionali. Ora mi sono iscritto al liceo Scientifico. Da grande vorrei fare la guardia forestale, tutelando parchi e animali».
Qualche giorni fa Diego è stato premiato come «esempio di resilienza» nella «Notte dei talenti» organizzata a Genova nell'ambito del «Salone Orientamenti», il seguitissimo appuntamento annuale su formazione e lavoro che ha dedicato un'apposita sezione ai più giovani: ragazzi e ragazze dalle storie che incarnano esempi virtuosi nello studio e la capacità di reagire alle difficoltà.
Recentemente Diego Barbieri è stato nominato «Alfiere della Repubblica» dal presidente Sergio Mattarella, una benemerenza sottolineata con orgoglio anche dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e dall'assessore alle Politiche giovanili e alla Scuola, Ilaria Cavo: «Quella di Diego è un'esperienza toccante che racconta e riconosce la forza di un ragazzino che non si è arreso, ma contemporaneamente riconosce la forza di una scuola e di una comunità che hanno saputo capirlo e accompagnarlo». A cominciare dai genitori di Diego e dal suo inseparabile fratellino.
Ma un plauso lo merita anche la il progetto che la sua scuola, «Alice Noli» di Campomorone, ha dedicato alla montagna: quella stessa montagna che forse un giorno vedrà Diego con la divisa verde di guardia del Parco. Circondato dai suoi amati animali. Come Sciba, il cane di famiglia che non ha mai smesso di fargli le feste.
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