«Chiede che il Tribunale disponga l'annullamento dell'atto di riconoscimento iscritto nei registri del Comune di Milano in quanto contrario al vigente ordinamento giuridico». Nello scontro tra il governo e i Comuni che in questi mesi hanno proceduto al riconoscimento di figli di coppie omosessuali arriva l'iniziativa della procura della Repubblica di Milano, che chiede la cancellazione di quattro provvedimenti con cui il sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala ha ratificato riconoscimenti effettuati all'estero, e ha registrato come genitori di altrettanti bambini una coppia dello stesso sesso (tre femminili ed una maschile). La Procura milanese ritiene che quel provvedimento sia illegale. E chiede che il genitore «aggiunto» dal Comune si veda revocare lo status.
È una iniziativa importante, anche perché viene da una Procura da sempre attenta al tema dei diritti civili, e che su più versanti - per esempio l'eutanasia - ha spesso assunto posizioni innovative anche rispetto alle leggi vigenti. Ma in questo caso i pm milanesi hanno ritenuto di non poter restare inattivi. Per anni il Comune di Milano ha proceduto - senza che i magistrati si opponessero - alla registrazione come genitori di coppie omosessuali. Ora però il quadro è cambiato, ci sono sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale che parlano chiaro. Nell'ordinamento italiano, avere due genitori dello stesso sesso non è possibile.
Così il pm Rossana Guareschi, del pool «soggetti deboli» guidati dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, ha fatto partire una serie di ricorsi al tribunale, che li esaminerà in altrettante udienze il prossimo 4 maggio. Nell'istanza del pm si legge che «la sentenza della Corte Costituzionale 230 del 20 ottobre 2020 ha escluso l'esistenza di un diritto alla genitorialità delle coppie dello stesso sesso», che nella sentenza 32 dell'anno successivo viene ribadito che le leggi attuali «non consentono al bambino nato nell'ambito di un progetto di procreazione medicalmente assistita eterologa, praticata da una coppia dello stesso sesso, l'attribuzione dello status di figlio anche da parte della madre intenzionale», e che le Sezioni unite della Cassazione hanno poi confermato questa linea.
Nel suo ricorso, il pm spiega che secondo la Corte Costituzionale è solo il Parlamento (e non quindi l'iniziativa di un sindaco) a poter cambiare le regole. «Spetta prioritariamene al legislatore individuare il ragionevole punto di equilibrio tra i diversi beni costituzionali coinvolti, nel rispetto della persona umana, allo scopo di fornire, in maniera organica, adeguata tutela ai diritti del minore». La strada, suggerisce la Procura, può essere semmai quella della adozione: più lunga e più complessa della semplice trascrizione. È una svolta pesante, quella della Procura milanese, perché priva di una sponda giudiziaria i sindaci che continuano a trascrivere riconoscimenti omosessuali dei neonati.
A questo si riferiva il prefetto Renato Saccone, quando nei giorni scorsi incontrando l'Arcigay e l'associazione I Sentinelli, duramente critici contro la sospensione delle trascrizioni omosessuali, spiegava che «viste le impugnative avviate dalla Procura dopo la sentenza della Cassazione mi sembrava doveroso da parte mia indicare una forma di cautela per gli ufficiali dello Stato civile».
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