Lui smentisce in modo reciso: non la liaison ma le circostanze campestri. I suoi avversari politici confermano e minacciano commissioni d'indagine. E i media si buttano a pesce sul nuovo, pruriginoso caso di sex&politics.
Stavolta un po' periferico: siamo in quel di Ostia, X Municipio di Roma, sulla costa laziale. Il protagonista è il presidente (nella Capitale li chiamano «mini-sindaci» perchè guidano quartieri grandi come città) Mario Falconi, civico eletto con il Pd. Lei, secondo la cronaca romana del Corriere della Sera, sarebbe la segretaria del locale circolo Pd, sua compagna (entrambi sono liberi, lui vedovo e lei separata). I due, secondo il gossip che circola da giorni, sarebbero stati sorpresi dai vigili urbani in macchina, appartati nella pineta ostiense. In un'area vietata alle auto, il che costituisce un'ovvia infrazione. Ma l'affaire si appesantisce di sospetti sulla commissione tra relazione personale e interessi politico-amministrativi. Al locale centrodestra non par vero di poter ribaltare le parti e dimostrare che le pochade modello Boccia-Sangiuliano sono trasversali, e la sinistra in camera da letto (o anche en plein air, come nel presunto caso di specie) non è da meno della destra. E piovono le accuse: la fidanzata del presidente partecipava a riunioni, tavoli e commissioni, dicono gli avversari, «dava ordini e gestiva pratiche». A che titolo?, chiedono. La capogruppo leghista del municipio, Monica Picca, annuncia di aver chiesto la convocazione di una «commissione Trasparenza» per chiarire se la signora è in organico o le sue presenze sono indebite. «Era presente in modo saltuario e non in riunioni di giunta», dice il segretario dem di Roma Enzo Foschi, ammettendo che sarebbe «una scivolata» se si fosse andati oltre.
Falconi, investito dai pettegolezzi, nega tutto e minaccia querele: «Dicono che sarei stato sorpreso dalle forze dell'ordine in pineta in atteggiamenti amorosi. A due passi da casa mia, dove ho quattro camere da letto», ironizza. «Certo - racconta - da ventenne in pineta ci andavo in compagnia, come molti coetanei. Ma stiamo parlando di menzogne, o peggio».
Si tratta solo di «illazioni pesati e pretestuose: la persona cui si fa riferimento non ha alcun incarico, non è retribuita, non partecipa a riunioni o incontri istituzionali. Non capisco la natura di attacchi su fatti completamente inventati. Se qualcuno pensa di intimorirmi ha sbagliato persona».
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