Il discorso, le dichiarazioni, il voto: cosa succede martedì alla Camera

Domani alle 11 la premier arriverà alla Camera dei Deputati per le dichiarazioni programmatiche. Al centro del discorso le emergenze del Paese ma anche la visione dell'Italia del futuro

Il discorso, le dichiarazioni, il voto: cosa succede martedì alla Camera

Dopo il passaggio di consegne con Mario Draghi, il primo Consiglio dei ministri e l’incontro informale con il presidente francese Emmanuel Macron in un hotel al Gianicolo, il secondo giorno da premier Giorgia Meloni lo trascorre al riparo dalle telecamere. Tra le mura di casa studia i dossier più caldi e prepara il discorso che pronuncerà domani, quando alle 11 si presenterà alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia. Sa che ogni parola che pronuncerà verrà pesata e passata ai raggi x. E sa che domani toccherà a lei, la prima donna a riuscire nell'impresa di arrivare fino a Palazzo Chigi, scrivere un pezzo di storia d’Italia.

"Sarà un discorso di massimo livello", quello di domani alla Camera, il discorso di un "governo di legislatura", anticipa a Bruno Vespa il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. "Abbiamo una grande responsabilità, la sentiamo tutta, c'è una grandissima fiducia nei confronti di questo governo. E domani la presidente cercherà di rappresentare questa fiducia dicendo: dovremo governare per cinque anni, dateci cinque anni di tempo perché i problemi sono tanti", dice l’ex capogruppo al Senato di FdI. E sottolinea che sulla solidità dell’alleanza ci sono state rassicurazioni anche da Antonio Tajani e Matteo Salvini.

Con tutta probabilità, quindi, oltre ad affrontare le principali questioni all’ordine del giorno, dalla riaffermazione dell'appartenenza euro-atlantica alla condanna dell'aggressione russa in Ucraina, dal caro energia al lavoro, alle ricette per l'economia, dalla natalità alle opportunità per i giovani e per le donne, Giorgia Meloni guarderà oltre e fisserà una serie di obiettivi a lungo termine. Una visione del Paese, che il nuovo esecutivo di centrodestra vuole accompagnare con una nuova stagione di riforme in un percorso di rinascita, dopo l’inverno di una crisi che dura ormai da oltre un decennio e che si è aggravata prima con la pandemia e poi con le conseguenze del conflitto esploso alle porte d'Europa.

"L'intenzione del presidente del Consiglio è quella di tracciare un manifesto programmatico che ambisce ad essere la base di lavoro di un'intera legislatura, a conferma della natura fortemente politica del governo e con l'obiettivo di dare seguito concreto e attuazione agli impegni assunti con i cittadini italiani in campagna elettorale", fanno sapere da Palazzo Chigi. La premier arriverà a Montecitorio alle 11, pronuncerà le sue dichiarazioni programmatiche e dopo circa un’ora si allontanerà in direzione di Palazzo Madama, per consegnare il testo dell’intervento al Senato.

Alle 13 la seduta alla Camera riprenderà con la discussione generale, che andrà avanti fino alle 17. A quel punto la presidente avrà mezz’ora per replicare e poi sarà la volta delle dichiarazioni dei leader dei partiti. Dall’opposizione, Giuseppe Conte ed Enrico Letta hanno già annunciato che interverranno personalmente. Il voto di fiducia vero e proprio inizierà quindi attorno alle 19 e non prima delle 20, se la tempistica stabilita lunedì dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio verrà rispettata, si conoscerà l’esito della votazione.

Mercoledì 26 sarà la volta del Senato, dove tra i discorsi più attesi ci sono quelli di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Una volta incassata la fiducia anche a Palazzo Madama, per Giorgia Meloni e i suoi alleati si apriranno altre due partite politiche importanti: quella degli incarichi di sottogoverno, con le nomine di sottosegretari e viceministri, e la costituzione delle commissioni permanenti delle due Camere, con le elezioni dei rispettivi presidenti.

Poi l'esecutivo guidato dalla ragazza cresciuta a pane e politica che prima di tutte ha infranto il tetto di cristallo, dovrà passare alla prova dei fatti, in uno dei periodi forse più difficili della storia del nostro Paese.

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