I dati Istat di ieri confermano il quadro economico abbastanza incoraggiante per l'Italia, con segnali positivi sul fronte dell'inflazione e della disoccupazione. Nonostante il difficile contesto internazionale ed europeo, l'economia continua a mostrare segnali di miglioramento in alcuni settori. Secondo l'Istat, i prezzi al consumo nel 2024 sono cresciuti mediamente dell'1%, un notevole rallentamento rispetto al +5,7% registrato l'anno precedente. Questa moderazione, frutto della marcata discesa dei prezzi dei beni energetici (-10,1%), rappresenta un sollievo per le famiglie. Anche il carrello della spesa, che comprende beni di largo consumo come alimenti e beni non durevoli, ha visto un rallentamento della crescita dei prezzi all'1,9%, contribuendo a migliorare il potere d'acquisto. L'«inflazione di fondo» (al netto di energetici e alimentari freschi) si attesta al 2%, rispetto al +5,1% del 2023, segnalando una normalizzazione dei prezzi su molti beni e servizi. Questo dato, combinato con un indice armonizzato dei prezzi al consumo pari a +1,1% nella media del 2024, colloca l'Italia tra i Paesi più virtuosi dell'Eurozona in termini di controllo dell'inflazione. «Al netto dei fondati timori su possibili rialzi degli energetici, il rallentamento dell'inflazione di fondo pone le premesse per il permanere nei prossimi mesi di dinamiche contenute», ha osservato l'Ufficio studi Confcommercio.
Sul fronte occupazionale, i numeri Istat raccontano una situazione di progressivo miglioramento. Il tasso di disoccupazione, sceso al 5,7% a novembre, rappresenta il livello più basso dal 2004, anno in cui sono iniziate le rilevazioni, e si posiziona stabilmente sotto la media europea. «Un risultato storico che il governo Meloni può rivendicare con orgoglio», ha commentato il ministro del Lavoro, Marina Calderone (in foto), aggiungendo che «c'è da fare ancora tanto per l'occupazione femminile e soprattutto giovanile, ma il dato odierno di Istat ci mostra anche come crescano i rapporti di lavoro stabili e diminuiscano quelli a tempo determinato».
Su base annua, il numero di occupati è cresciuto di 328mila unità (+1,4%), un incremento che coinvolge sia uomini che donne, con particolare protagonismo della fascia over 50 e dei contratti a tempo indeterminato. La crescita dell'occupazione femminile è particolarmente significativa, con 200mila donne in più al lavoro rispetto al 2023 (+2%). Questo risultato, pur non risolvendo le storiche disparità di genere nel mercato del lavoro italiano, evidenzia un segnale di progresso. Parallelamente, si osserva un calo del lavoro a termine, segnale di una tendenza verso una maggiore stabilità contrattuale. Nonostante i progressi, rimangono alcune criticità. Il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 19,2%, in crescita rispetto all'anno precedente, e il numero di inattivi è aumentato di 323mila unità (+2,6%).
La fascia di età 25-34 anni registra una contrazione degli occupati (-38mila) e un incremento degli inattivi (+154 mila). L'attenuazione dell'inflazione e il miglioramento del mercato del lavoro creano un contesto favorevole per consolidare la crescita economica. Fondamentale, però, investire ancora in politiche mirate per l'occupazione.
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