Dispersi, recuperati i corpi. L'ipotesi dell'errore umano

Sono il banchiere Bloomer, il legale Morvillo e le loro mogli. Mancano ancora Lynch e la figlia. Dal ponte aperto alla deriva alzata, le piste

Dispersi, recuperati i corpi. L'ipotesi dell'errore umano
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Le ricerche dei corpi dei dispersi del Bayesian riprese all'alba di ieri hanno dato i loro frutti. I sommozzatori dei Vigili del fuoco ieri pomeriggio hanno estratto dallo scafo quattro corpi che si trovavano all'interno di una cabina dietro a dei mobili e materassi nel ponte inferiore della barca. Già identificati il banchiere Jonathan Bloomer, l'avvocato Chris Morvillo e le consorti dei due. Mancano ancora il tycoon britannico Mike Lynch e la figlia Hannah, 18 anni.

Come si supponeva sin da subito, i passeggeri erano nelle cabine, vista l'ora dell'inabissamento del natante, colato a picco lunedì alle 4.30 nel bel mezzo di una violenta ma fugace tempesta che ha investito lo yatch di lusso ancorato a mezzo miglio dalla costa di Porticello, a Palermo. Le ricerche dell'ultimo corpo proseguono senza risparmiare forze e mezzi. Al lavoro risorse navali, aeree e subacquee, coordinate dalla Guardia costiera di Palermo, e sono arrivati altri sub compresi quelli che hanno preso parte alle ricerche della strage della Concordia. In ausilio dei Nuclei Sub della Guardia costiera di Napoli e Messina c'è il veicolo subacqueo a controllo remoto (ROV Remotely Operated Vehicle), capace di operare sul fondale marino a una quota fino a 300 metri e ha un'autonomia tra le 6 e le 7 ore. Il robot permette di indagare i fondali e di registrare video e immagini dettagliate. Si confida che possa carpire elementi utili agli investigatori per ricostruire la dinamica della tragedia costata la vita a 7 persone.

A tal fine ieri i pm di Termini Imerese e gli investigatori della guardia costiera hanno sentito per due ore il comandante del veliero, il 51enne neozelandese James Cutfield. Non si esclude che possa esserci un errore umano alla base del naufragio, che spiegherebbe come sia stato possibile che uno yatch di 56 metri, dotato di ogni comfort da fare invidia a un hotel di lusso, sia colato a picco a mezzo miglio dalla costa per una tempesta. I sub, nelle prime ispezioni nello yatch adagiato a 49 metri di profondità, hanno trovato la deriva mobile alzata anziché abbassata come avrebbe dovuto essere in caso di cattive condizioni meteo marine per una maggiore stabilità del natante. Non è l'unico elemento a mantenere plausibile, tra le ipotesi investigative, quella dell'errore umano, anche perché abbassare la deriva richiede almeno mezz'ora e, se la tempesta è stata improvvisa, non ci sarebbe stato il tempo di agire. Oltre alla deriva alzata si ipotizza che, nel momento in cui il veliero è stato investito da fortissime folate di vento, ci sia stato un boccaporto del ponte superiore aperto. L'acqua, dunque, avrebbe avuto accesso rapido. Secondo alcuni esperti, inoltre, in caso di maltempo e mare grosso, bisogna lasciare la nave alla deriva, mentre il Bayesian era ancorato. La posizione, dunque, sarebbe stata sbagliata per affrontare la tempesta e l'ancora potrebbe avere contribuito a far sbilanciare da un lato il veliero investito da onde e vento. Infine, la pesantezza dell'albero d'alluminio di oltre 70 metri avrebbe fatto il resto facendo rovesciare da un lato lo yatch già chino. A quel punto il Bayesian sarebbe colato a picco in meno di un minuto. Si deve anche accertare se l'allerta meteo sia stata sottovalutata, non azionando tempestivamente il sistema automatico che sigilla la nave in caso di pericolo o se invece ci sia stato qualche malfunzionamento a bordo che lo abbia impedito.

Oltre al comandante, ieri sono stati sentiti gli altri membri dell'equipaggio, al cui appello manca solo il cuoco, Recaldo Tomas, unico deceduto e ripescato al lato del natante lo stesso giorno della tragedia, e i passeggeri sopravvissuti.

Al vaglio degli inquirenti gli spostamenti del Bayesian durante la tempesta, che farebbero supporre che sia stato investito da un'onda molto alta, che però, vista la struttura del veliero, non ha prodotto danni allo scafo. Risulta integro anche l'albero che, inizialmente, si supponeva fosse stato spezzato o sradicato dalla tromba d'aria.

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