In vista del Natale il governo sta studiando un "piano speciale" per consentire agli italiani di trascorrere il periodo delle festività con meno fiato sul collo, allentando qualche misura restrittiva attualmente in vigore. Ma nella strategia dell'esecutivo non rientrano tutte le libertà a cui eravamo abituati fino allo scorso anno. I divieti sul tavolo sono diversi: no alle tombolate, no ai veglioni, no ai cenoni, no alle tavolate, no a tutte le occasioni di "socialità allargate". E ora si aggiunge anche il no alle piste da sci. Dunque linea dura fino al termine del 2020 per tentare di contrastare ulteriormente la diffusione del Coronavirus e anticipare la terza ondata. Niente vacanze sulla neve, per intenderci.
Da Palazzo Chigi fanno sapere che a livello europeo si sta studiando un'iniziativa "per prevenire le vacanze sulla neve", fermando così la corsa alle località di montagna. Dalla prossima settimana l'indice di trasmissibilità Rt in Italia potrebbe scendere sotto l'1 e pertanto potrebbero essere varate misure meno dure rispetto a quelle attuali. Ma i tecnici dei giallorossi sostengono che sarebbe meglio stringere i denti ora per poi arrivare al meglio alla fine di gennaio 2021, quando dovrebbero essere somministrate le prime dosi di vaccini. Non a caso, riporta La Repubblica, la posizione di un ministro è di totale allerta considerando quanto accaduto questa estate: "Non possiamo permettere che la fine dell'anno diventi come Ferragosto".
"Non è il momento di allentare"
"La strategia che abbiamo adottato sta funzionando. Lo dimostrano i dati che ormai si manifestano sempre con maggiore chiarezza", dicono gli uomini del premier Giuseppe Conte. Ma avvertono che questo non è il momento "di cantare vittoria" perché il Covid-19 continuerà a circolare anche nei prossimi mesi. Dunque dal governo sostengono che il sistema di divisione delle Regioni in fasce di pericolo - introdotto "nello scetticismo generale" - stia funzionando e stia dando i suoi primi risultati positivi. Tuttavia l'invito è quello di leggere i dati del monitoraggio con estrema prudenza senza procedere immediatamente con un liberi tutti: "Non è il momento di allentare la stretta".
Cosa cambia a Natale
L'intenzione dell'esecutivo sarebbe quella di far entreare momentaneamente tutte le Regioni nelle zone "gialle" con una serie di misure più restrittive e prevedendo la possibilità di inasprire le norme in base alla situazione di ogni singola provincia. I giallorossi si dicono del tutto consapevoli che affrontare le festività natalizie senza cautele aggiuntive "sarebbe da irresponsabili", visto che le occasioni di socialità e i momenti di convivialità sono particolarmente intensi per tutto il periodo natalizio e fino all'Epifania. "Se una Regione fosse lasciata ad affrontare questo periodo con il regime di misure proprio di una zona gialla o arancione, il contagio farebbe un balzo in avanti con il rischio che la curva a gennaio vada nuovamente fuori controllo", spiegano.
L'obiettivo dichiarato è "favorire i consumi", magari prolungando l'orario dei negozi fino alle 22 e riaprendo i centri commerciali nel fine settimana. Comunque bisogna stare tranquilli, si fa per dire: tengono a sottolineare che non ci verrà negato "lo scambio dei doni". Quindi si potranno fare regali ai propri parenti e amici. Le piste da sci invece potrebbero restare chiuse e riprendere le proprie attività solamente alla fine di gennaio, ma solo se i numeri lo consentiranno. Le vacanze sulla neve sono finite nel mirino poiché, attirando gli appassionati degli sport sciistici e dei soggiorni in montagna, "farebbero il paio con le vacanze spensierate, con serate in discoteca, della scorsa estate".
Intanto è scoppiato un duro scontro con le Regioni alpine, che hanno invitato a rivedere la scelta che rischierebbe di mettere in crisi l'intero sistema in questione: "Lo sci è sicuro. Non chiudete gli impianti, salviamo la stagione turistica".
In sede di Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome sono state approvate le linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali. "Con dei regolamenti molto rigidi penso si possano tenere aperte", è la posizione di Andrea Marcucci, capogruppo del Partito democratico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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