Il Dl Aiuti passa con 419 sì, 49 no e una astensione. Dopo la convulsa giornata di ieri, oggi il M5S rinvia le polemiche e vota la fiducia insieme al resto della maggioranza un provvedimento che contiene ancora tutti i nodi irrisolti posti da Giuseppe Conte.
Nel testo c'è l'ok al termovalorizzatore per Roma, manca il superbonus e passano le modifiche al reddito di cittadinanza volute dal centrodestra. I Cinquestelle continuano a minacciare, promettono battaglia per il prossimo futuro, ma poi rientrano nei ranghi."Diamo la fiducia oggi a questo governo, ma attendiamo delle risposte", spiega il deputato Luigi Gallo nel corso del suo intervento durante il quale rimarca la linea del M5S. I nodi sono, ormai noti: "La conferma del reddito di cittadinanza senza se e senza ma, il salario minimo, il superbonus e lo stop alla speculazione sul prezzo del gas". Gallo precisa: "Noi votiamo la fiducia a questo governo, ma il problema è non fare interventi tampone ma strutturali" e, a tal proposito, cita la transizione ecologica e il superbonus. Il grillino, poi, si chiede: "Perché parlare di un termivalorizzatore a Roma che è pericoloso ed inquinante? Diamo la fiducia oggi ma attendiamo delle risposte". Il deputato Cinque Stelle spiega che la fiducia "è sui 17 miliardi, integrati da circa 9 miliardi, che il decreto stanzia, ma il problema è fare misure strutturali e non solo emergenziali". Il deputato Luca Sut, vicepresidente del gruppo a Montecitorio, ha chiesto al governo "un segnale chiaro della volontà di risolvere definitivamente le questioni legate al Superbonus".
Su 104 deputati, escluso il presidente della Camera Roberto Fico che non vota, sono 28 i deputati pentastellati che non hanno partecipato al voto. Di questi, 15 sono in missione, mentre gli altri 13, da quanto emerge dai tabulati della votazione, risultano assenti 'ingiustificati'. Pare chiara, dunque, la volontà del M5S di prendere tempo, visto e considerato che neppure lunedì, quando alla Camera ci sarà il voto sul provvedimento, i deputati pentastellati voteranno contro il governo. La soluzione trovata è quella di uscire dall'Aula, pur di non compromettersi dando il proprio assenso a un testo che prevede ancora la tanto contestata norma sul termovalorizzatore di Roma.
Il problema si ripresenterà a Palazzo Madama, dove, secondo il regolamento, non sono previste due votazioni distinte, una per la fiducia e una per il provvedimento. "Quando arriverà al Senato, lo saprete", ha detto Giuseppe Conte, a chi gli chiedeva se il M5S voterà la fiducia anche in quella seconda occasione.
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