Serenella Bettin
Il 20 novembre scorso era stata trovata morta in casa, uccisa da un colpo di pistola alla testa. L'ex marito aveva chiamato i soccorsi e inizialmente si pensava a un suicidio.
«Separata da un mese, quarantaduenne si toglie la vita con la pistola dell'ex», era la notizia. Ma ieri Angelo Lavarra, 43 anni, di professione vigilante è stato fermato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vicenza, con l'accusa di aver ucciso la donna. Durante l'autopsia condotta sul corpo della ex moglie, Anna Filomena Barretta, di anni 42, sono emersi dubbi, ricostruzioni e fatti che non tornano. Era stato proprio lui a chiamare i soccorsi quel giorno nell'abitazione coniugale di Marano Vicentino, in provincia di Vicenza, dove la donna era stata rinvenuta senza vita in camera da letto.
Ai soccorritori e agli investigatori aveva raccontato che quella mattina lui, dopo una discussione con l'ex moglie, aveva sentito un colpo d'arma da fuoco. Lei, secondo i primi racconti, era andata in camera dove sapeva essere custodita la pistola e si era sparata. Quando lui l'ha raggiunta, lei era già morta. Evidentemente, però, qualcosa nel racconto ha destato sospetti, tanto da far scattare, ieri mattina all'alba, dopo un lungo interrogatorio, il fermo di indiziato per delitto.
Le indagini dell'Arma di Vicenza e di Thiene e gli accertamenti scientifici da parte del Ris di Parma, condotti in quell'appartamento, e in più la successiva autopsia, hanno evidenziato una serie di incongruenze. Non solo. I carabinieri avrebbero in mano prove che incastrerebbero il vigilante. Durante l'interrogatorio l'ex non ha però confessato. I due coniugi, entrambi di origini pugliesi, sposati per vent'anni, si erano separati da appena un mese, a lui erano state affidate le figlie, che quella mattina erano a scuola.
Ora il Gip dovrà valutare gli elementi probatori raccolti a carico di Lavarra per convalidare o meno il fermo. Il colpo d'arma è stato esploso dalla sua pistola d'ordinanza, che avrebbe detto di aver lasciato incustodita. Non solo, l'uomo avrebbe anche raccontato agli investigatori che, in passato, avrebbe mostrato alla sua ex compagna come si caricasse la semiautomatica calibro 9 che aveva in dotazione per lavoro. Troppa dimestichezza però nell'usare quell'arma.
Dalla ricostruzione fatta dai carabinieri, chi ha preso la pistola, l'avrebbe scarrellata, cioè avrebbe caricato manualmente il carrello otturatore
con il colpo in canna per puntarla alla testa e sparare. Il colpo ha trapassato la nuca della vittima. Lui è stato sottoposto alla prova dello Stub, che probabilmente ha convinto gli investigatori a fr scattare il fermo.
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