Complicato, ma non impossibile. Anche se la Conferenza Stato-Regioni frena. Con l'estate alle porte e gli italiani che fremono per mettersi in viaggio dopo un inverno di restrizioni, il problema delle seconde dosi di vaccino in vacanza è sempre più in primo piano. Il timore è che la gente non prenoti la somministrazione per non dover rinunciare alla partenza o salti il richiamo per evitare di interrompere la villeggiatura, soprattutto ora che l'intervallo tra le due dosi di Pfizer e Moderna è stato esteso rischiando di cadere in piena estate.
Regioni e governo stanno cercando di capire se è possibile proseguire la campagna di vaccinazione nei luoghi di vacanza. «È un problema complesso, ma confido che si possa trovare con il generale Figliuolo una soluzione alla seconda inoculazione fuori regione», dice il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, nel corso dell'assemblea di Federalberghi, davanti ad una platea più che mai interessata al tema. Perché è evidente l'attrattiva turistica di località che offrano la possibilità di completare il percorso di immunizzazione cominciato altrove. Ma è un'ipotesi che porta con sé una serie di difficoltà organizzative. «Tutto deve passare attraverso un accordo in Conferenza Stato-Regioni, non può essere un'iniziativa del ministero», spiega il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, si è già espresso negativamente: «È molto difficile». Lo stesso ha fatto la vice presidente lombarda e assessore al Welfare, Letizia Moratti per i problemi di logistica, di personale e di distribuzione di vaccini che si porrebbero. Gli amministratori locali spingono affinché si faccia. «A mio parere è uno dei servizi che tutte le regioni a vocazione turistica dovrebbero poter offrire. È anche un modo per attrarre turisti, garantendo loro una vacanza in maggiore tranquillità», sostiene Antonino Spirlì, presidente della Calabria. «Favorevolissimo» è il sindaco Mario Bolognari, pronto a realizzare il progetto nella sua Taormina, così come Rosario Lapunzina, primo cittadino di Cefalù, altra località turistica della Sicilia. Favorevole anche il governatore Attilio Fontana, che comunque in Lombardia sta cercando di ridurre il più possibile i richiami dei vaccini nelle due settimane centrali di agosto. Ora che la sua regione ha ingranato la marcia e la campagna vaccinale procede spedita, si punta a immunizzare tutti i lombardi con la prima dose entro il 10 luglio. Un obiettivo che sarà raggiunto se le consegne dei vaccini verranno rispettate e si potrà procedere, come previsto, ad effettuare 150mila inoculazioni al giorno. Da domani le regioni possono aprire le vaccinazioni agli over 40, seppur continuando a garantire massima attenzione ai più fragili, come raccomandato dal generale Figliuolo. Ma le prenotazioni procedono in ordine sparso. A Roma sono partiti nel fine settimana gli open day AstraZeneca, una formula vincente che l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'amato, pensa già di replicare il prossimo weekend per immunizzare degli over 30.
Dal primo studio nazionale sull'impatto delle vaccinazioni realizzato dall'Iss arriva la conferma che i vaccini funzionano, non solo per la riduzione di vittime e ospedalizzazioni, ma anche dei contagi: a 35 giorni dalla prima dose si è osservato un calo dell'80% delle
infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi. Il ministero della Salute intanto ha dato il via libera ai tamponi salivari, seppur con alcune limitazioni, che saranno utili per gli screening nelle scuole e sugli anziani.
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