Duda non sfonda e va al ballottaggio

Il presidente uscente (41,8%) se la dovrà vedere con Trzakowski (30,4)

Duda non sfonda e va al ballottaggio

La Polonia non ha scelto. Il voto di ieri per le presidenziali non si è trasformato nel plebiscito a favore del presidente uscente Andrzej Duda e dello schieramento che lo sostiene, guidato dal PiS (Legge e Giustizia), il partito ultraconservatore che si rifà alle idee tradizionaliste e nazionaliste del leader Jaroslaw Kaczinsky.

Secondo gli exit poll che sono stati diffusi ieri alla chiusura delle urne avvenuta alle 21, Duda avrebbe preso attorno al 41,8 per cento, più o meno in linea con gli ultimi sondaggi, e dovrà quindi andare al ballottaggio del prossimo 12 luglio con il primo degli sfidanti, il sindaco di Varsavia Rafal Trzakowski, accreditato del 30,4 per cento, quasi 4 punti in più rispetto ai sondaggi che gli attribuivano un 26. Terzo il giornalista indipendente Szymon Hoownia con il 13,3 per cento.

Il distacco di oltre undici punti percentuali tra Duda e Trzakowski non deve ingannare, lo «spareggio» che si svolgerà tra due settimane appare molto equilibrato. I sondaggi realizzati negli scorsi giorni attribuivano in caso di ballottaggio il 48,7 per cento al presidente uscente e il 47,5 allo sfidante, che però sembra uscire bene dal primo turno.

Trzakowski è un personaggio piuttosto controverso, molto popolare presso le élite metropolitane ma accusato dai conservatori di essere assai poco in linea con la «pancia» del Paese. Non a caso Trzakowski - europeista convinto e vicino alle minoranze - ha svolto la sua campagna elettorale per lo più nella «sua» Varsavia e nelle altre grandi città del Paese, lasciando a Duda invece il monopolio delle aree rurali del Paese, che si identificano maggiormente con le sue idee euroscettiche, nazionaliste e tradizionaliste. La scorsa settimana Duda ha anche giocato il jolly, recandosi a Washington per rafforzare l'alleanza con il presidente statunitense Donald Trump. Un colpo a metà per Duda, che sperava di incassare il promesso rafforzamento della presenza militare americana sul proprio territorio, ma questo risultato non l'ha ottenuto e anzi la sua mossa ha suscitato perplessità anche tra i colleghi di partito.

L'alta partecipazione al voto (il 62,9 per cento) aumenta il significato di un pronunciamento piuttosto tiepido nei confronti del governo, che viene indebolito sul piano propagandistico ma rischia di esserlo anche da un punto di vista pratico, visto che il presidente della Repubblica ha potere di veto nei confronti delle leggi varate dall'esecutivo e quindi potrebbe imbrigliare l'azione dell'esecutivo.

Il voto di ieri si è svolto in una Polonia soffocata dal caldo e con le misure di sicurezza nei seggi dettate dal coronavirus: un elettore per volta, tutti a distanza di due metri, mascherina sul volto tranne che per l'identificazione, penna portata da casa. Le elezioni erano state previste per il 10 maggio ma erano state rinviate a causa della pandemia, malgrado il partito di governo PiS avesse cercato in tutti i modi di confermarle escogitando un improbabile voto postale, nella convinzione che il passare del tempo e l'avanzamento della crisi potessero erodere il consenso di Duda. Ieri invece a votare «in remoto» sono stati appena 192mila elettori sugli oltre 30 milioni di aventi diritto. Lo spostamento ha spinto l'opposizione a cambiare candidato.

Inizialmente infatti era Malgorzata Kidawa-Blonska, vicepresidente della Camera bassa del Parlamento di Varsavia, la frontwoman di Piattaforma Civica, ma il suo nome non era sembrato scaldare l'elettorato più progressista. Cosa che invece sembra aver fatto il ben più carismatico Trzaskowski, che nel ballottaggio sembra destinato a dar filo da torcere a Duda.

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