Fossimo cittadini di Bolzano, organizzeremmo una marcia su Roma di protesta. Bolzano sede disagiata per un consigliere di Stato. Ma come? La città che ancora in questi giorni è in testa alle classifiche del buon vivere, la provincia felice dove tutto funziona alla perfezione, il miraggio di ogni amministratore locale che sogna di trattenere sul territorio il 90% delle tasse versate dai concittadini, ora è considerata una delle suburre d'Italia che ha bisogno di incentivare con un aumento di stipendio il funzionario riluttante a trasferirsi. Il pomo della discordia è una delle infinite mance contenute nella legge finanziaria in approvazione. L'emendamento è stato voluto da Karl Zeller, senatore meranese della Sudtiroler Volkspartei. I due consiglieri dello Stato costretti a risiedere nella città altoatesina, in mezzo a montagne patrimonio dell'Unesco e vallate piene di turisti in ogni stagione, saranno risarciti con un'indennità di trasferta o un rimborso.
L'assalto alla diligenza dei soldi pubblici va in scena ogni anno, ed è una vera carica alla vigilia delle elezioni, tant'è che la manovra è stata infarcita di regalie alle categorie più disparate, dai consiglieri del Cnel agli agenti sportivi, dagli steward degli stadi agli avvocati dello Stato. Ma Bolzano sede disagiata è una vera presa in giro. D'altra parte, l'Italia è piena di queste insensatezze. Per un magistrato è sede disagiata anche Ancona e la bellissima Siena, visto che l'organico è carente, l'arretrato aumenta e dunque c'è parecchio da fare. Chiaro: lavorare è scomodo. Per un giudice del lavoro è un disagio operare a Pisa e avere a due passi quell'obbrobrio di Piazza dei Miracoli; per un professore di scuola superiore è una penitenza mettere piede in una scuola di Aosta, mentre per un maestro elementare è un colpo al cuore sedersi in cattedra a Ischia, all'Elba, a Cortina, ad Assisi, sul lago di Como. Per il personale della scuola sono sedi disagiate 3.500 dei circa 8.000 Comuni italiani. Un vero sfinimento.
Il fatto è che spesso appiccicare a una città l'etichetta di sede disagiata è semplicemente un modo per fare arrivare qualche soldo aggiuntivo in tasca ai dipendenti pubblici. È comprensibile che un poliziotto ritenga un confino essere spedito ai posti di frontiera come il Brennero o capitali della criminalità come Corleone e Casal di Principe; lo è meno se lavora a Roma, Milano, Venezia, Firenze, Verona, Courmayeur, Capri, Cavalese. Un magistrato non vedrà l'ora di fuggire da città dove la giustizia è difficile da amministrare, come Caltanissetta o Catanzaro, ma c'è da restare sbalorditi quando il Csm assegna incentivi anche a chi opera nei palazzi di giustizia di Piacenza, Prato o Biella.
Tuttavia la toga chiuderà gli occhi sulle brutture cittadine quando guarderà la busta paga in cui spicca un'indennità mensile lorda aggiuntiva di quasi 4.
000 euro, più i contributi pensionistici raddoppiati per quattro anni, più il diritto di precedenza a scegliersi un'altra sede, più il rimborso delle spese di viaggio e di trasloco fino a 9.918 euro come «indennità di prima sistemazione». Già, che disagio.
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