E la Germania si ferma come nel 1992. Lunedì il maxi sciopero per gli stipendi

Cancellati 680 voli, 89mila passeggeri a terra. Chiuse anche le scuole. Per l'adeguamento dei salari, i sindacati bloccano tutto

E la Germania si ferma come nel 1992. Lunedì il maxi sciopero per gli stipendi

Berlino. Venerdì 17 marzo quattro aeroporti delle regioni più occidentali della Germania hanno dovuto chiudere i battenti causa sciopero: fra Colonia, Düsseldorf, Karlsruhe e Stoccarda sono stati cancellati circa 680 voli con 89 mila passeggeri rimasti a terra.

Il 13 marzo era stato il turno delle più nordiche Amburgo, Berlino e Brema. Lunedì 27 marzo si replica con le astensioni dal lavoro che dagli scali aeroportuali si allargano alle ferrovie, ai porti, agli autobus e alle metropolitane per 24 ore in quello che si annuncia come il più grande sciopero da tre decenni. A convocarlo sono state Ver.di, una sigla che nulla a che vedere con il partito ecologista Grünen, e il sindacato Evg. Ciliegina sulla torta anche alcuni tratti autostradali potrebbero essere chiusi se anche i lavoratori di Autobahn GmbH, la società autostradale del governo federale, incroceranno le braccia. Lunedì sarà una giornata di fuoco per tutti i tedeschi che devono uscire di casa per recarsi al lavoro oppure a scuola; e tanti istituti hanno già chiesto alle famiglie di lasciare i bambini più piccoli a casa poiché gli insegnanti potrebbero non essere in grado di raggiungere le classi oppure decidere di scioperare. Perché Ver.di, che ha chiamato allo sciopero nei trasporti, rappresenta circa 2,5 milioni di lavoratori, fra i quali non mancano neppure gli insegnanti. Evg invece è una sigla che tutela 204 mila fra ferrovieri e autisti di mezzi pubblici.

E i disagi per chi usa i treni si annunciano apocalittici: Deutsche Bahn (DB), per il quale l'agitazione di lunedì «è senza basi e non è necessaria», ha già reso noto che i convogli a lunga distanza resteranno fermi, che le difficoltà sulla rete regionali saranno notevoli e che da una parte gli scioperi cominceranno già la domenica sera mentre le conseguenze dell'astensione dal lavoro di tanti dipendenti si estenderanno anche alla giornata di martedì. A differenza della confinante Francia, la Germania non è conosciuta per la frequenza dei propri scioperi; quella di lunedì prossimo, invece, è solo l'ultima di una lunga serie di proteste che ha cadenzato questo inizio d'anno: poste, ospedali, asili e trasporti. Se a mettere in agitazione medici e infermieri ha contribuito un progetto del governo per riformare il sistema ospedaliero, tutte le altre categorie sono unite contro un solo nemico: il carovita. Il dato aggregato dell'inflazione in Germania per il 2022 è stato del 7,9%, il più alto dal Dopoguerra in un paese che da Weimar in poi ha sempre dato la priorità al contenimento dei prezzi.

Il 2023 non è partito meglio, con l'inflazione all'8,7% nei primi due mesi dell'anno. In vista del terzo round negoziale con il governo federale e con i Comuni, Ver.di fa quadrato con il sindacato dei dipendenti pubblici dbb e chiede un aumento del 10,5% oltre a una tantum da 500 euro. Nelle scorse settimane i sindacati hanno respinto l'offerta per un aumento del 5% e una dazione da 2.500 euro.

Evg da parte sua chiede salari più alti del 12%. La tradizione tedesca vuole che i conflitti si risolvano in sede negoziale ma così come l'inflazione non è mai stata tanto alta, allo stesso modo la distanza fra le parti non è mai stata tanto ampia.

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