E ora il Messico boicotta il made in Usa

E ora il Messico boicotta  il made in Usa

Il ciclone Trump ha fatto rifiorire un nazionalismo che in Messico non si vedeva dai tempi di Pancho Villa e prima che The Donald concentrasse tutta la sua retorica sul muro che tra l'altro c'è già lungo oltre 1.100 km di confine, iniziato da Clinton - il presidente messicano Enrique Peña Nieto (Epn) era alle prese con una popolarità in caduta libera. Il motivo? L'aumento del 20% il prezzo dei carburanti a inizio 2017, un gasolinazo che ha rischiato di farlo cadere. A Epn, dunque, non dev'essere sembrato vero l'aiuto datogli da Trump che - twittando un giorno sì e l'altro pure «costruiremo il muro e ve lo faremo pure pagare» - è stato in realtà il suo miglior alleato politico dell'ultima settimana. L'altro catalizzatore di consensi intorno al debole Epn è stato invece l'uomo più importante del Messico, ovvero Carlos Slim, quarto Paperone al mondo, con grandi interessi nelle tlc americane e una passione per Sofia Loren. Vista la crescente tensione tra Usa e Messico, Slim ha ribadito ieri che Trump è «un businessman intelligente» ed «entrambi i Paesi necessitano l'uno dell'altro», invocando «l'unità dei messicani».

Tutto ok, dunque? Sì, a parte i soliti «leoni da tastiera» che dopo aver coperto d'insulti la direttrice di Vanity Fair Messico, rea d'aver messo in copertina Melania Trump, hanno lanciato un boicottaggio online contro i prodotti made in Usa. A detta degli analisti l'impatto sarà però minimo. Primo perché, statistiche alla mano, non c'è Paese al mondo dove i giovani amino tanto l'American way of life come in Messico. Secondo perché ad aderire sinora sono stati solo i supporter più radicali di Andrés Manuel López Obrador, un populista assai simile al brasiliano Lula e che il prossimo anno vorrebbe arrivare alla presidenza messicana dopo vari tentativi falliti ma che - con programmi che sono miele per le multinazionali degli ogm, sinora tenute fuori dal Paese stavolta potrebbe farcela.

Infine qualcuno avvisi Trump che negli ultimi 5 anni un milione di famiglie messicane hanno lasciato gli Usa per tornarsene nel Paese d'origine, mentre appena 870mila compatrioti di

Pancho Villa sono emigrati negli Stati Uniti. Il busillis insomma sta più sotto, tanto che Epn sta costruendo un muro alla frontiera col Guatemala per impedire che milioni di migranti dall'America Centrale entrino in Messico.

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