E Orsini lancia un invito a Giorgetti: "Serve l'Ires premiale per le imprese che reinvestono il 70% dei loro utili"

Confindustria chiede una compensazione per lo stop all'Ace

E Orsini lancia un invito a Giorgetti: "Serve l'Ires premiale per le imprese che reinvestono il 70% dei loro utili"
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Un'Ires premiale «per chi mantiene gli utili per almeno un 70% all'interno dell'impresa», investendone un 30% per «tecnologia, produttività, welfare e produzione». Un passo che darebbe «la possibilità di recuperare una parte di ciò che abbiamo perso con l'Ace» i cui 3,5 miliardi sono stati recuperati dal governo per tagliare l'Irpef. È questa la proposta lanciata ieri dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, all'assemblea di Assolombarda a Milano. Domani il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, incontrerà proprio Orsini «per affrontare sostanzialmente la manovra economica, vedere che cosa si può fare di più e di meglio».

D'altronde, tra gli imprenditori e l'esecutivo la parola d'ordine è «dialogo». Un'Ires premiale sarebbe una misura utile a rendere «attrattivo il nostro Paese» e consentirà la crescita delle «nostre imprese», ha rimarcato Orsini. «Credo che ci sia la necessità di rendere le nostre aziende ancora più forti, quindi servono investimenti», ha proseguito. Il presidente degli industriali si è detto fiducioso di una interlocuzione positiva con il governo. «Abbiamo incontrato il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti (in foto) al quale abbiamo portato le nostre istanze», ha spiegato sottolineando che le richieste accolte sono state significative. In primo luogo, il taglio del cuneo fiscale e il «piano casa» che serve «per i ragazzi che lavorano nelle nostre imprese e per essere attrattivi».

Tra i capitoli fondamentali da affrontare, secondo Orsini, c'è il tema «dell'automotive. «È impensabile oggi aspettare il 2026 per modificare la norma dello stop al 2035» per l'endotermico, «perché le sanzioni iniziano nel 2025» e, in ogni caso, «è impensabile non attivarci per una vera neutralità tecnologica». L'altro punto qualificante è il ritorno al nucleare con gli small modular reactor (Smr), i piccoli reattori di nuova generazione. Oggi gli Smr «sono la via, lo ha detto anche Google i cui data center saranno alimentati a Smr, così come Amazon», ha affermato Orsini sottolineando che l'energia nucleare «per noi vuol dire sicurezza nazionale, vuol dire incrementare l'indipendenza energetica». L'Italia, ha concluso il leader degli imprenditori, «deve correre forte ed essere competitiva e per fare questo abbiamo bisogno che sia forte e coesa tutta. Il grande treno che si chiama Italia deve correre veloce senza catene che lo possano fermare».

Parole in sintonia con quelle del presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, che a sua volta ha sollecitato il governo a percorrere «con coraggio» una doppia via: una spending review per quelle voci che non contribuiscono al rilancio strutturale dell'economia e, in parallelo, una più significativa riduzione della pressione fiscale oltre all'introduzione della mini Ires. La richiesta per Bruxelles riguarda il Patto di stabilità.

Non appena un Paese produce un avanzo primario superiore allo 0,5% del Pil, la Bce dovrebbe impegnarsi ad «acquistare e mantenere per 10 anni lo stesso equivalente in valore di titoli pubblici di quel Paese», ha evidenziato.

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