Brutto segno quando gli investigatori chiedono ai cittadini un «contributo investigativo». È come se una squadra di calcio chiedesse un «contributo calcistico» ai propri tifosi. Degli inquirenti che fanno appello alle «ditte» - più o meno anonime - del testimone (ma anche del mitomane) di turno, rischiano di offrire, loro malgrado, un'immagine di debolezza. Il messaggio che potrebbe passare è infatti che polizia e carabinieri «brancolano nel buio» (formula particolarmente cara ai cronisti di nera d'antan ) e che quindi hanno bisogno dell'«aiutino» della «gente».
Questo non significa, ovviamente, che «chi sa» (o «crede» di sapere) non debba parlare, ma semplicemente che gli investigatori devono fare il loro mestiere a prescindere dalle «segnalazioni» che potrebbero venire dalla cittadinanza. Guai se la vera o presunta «omertà» degli abitanti di Santa Croce Camerina diventasse un alibi per l'incapacità degli inquirenti a venire a capo del giallo: un giallo che, in questo caso, presenta le condizioni ideali per essere risolto presto e bene. E questo per almeno 4 motivi: 1) il cadavere del povero Loris è infatti stato trovato poco dopo il delitto; 2) le tracce sono «fresche» e «integre» sotto ogni profilo 3) la comunità del paesino dove è stato compiuto il delitto è piccolissima e quindi facilmente controllabile; 4) il cerchio dei sospetti si riduce ulteriormente considerato che ormai è certo che ad ammazzare il piccolo sia stato un suo stretto conoscente.
Tutte situazione che dovrebbero rappresentare, agli occhi degli inquirenti, lo scenario più «favorevole» per l'individuazione del carnefice di Loris. È per questo che suonano un po' stonati i rimproveri mossi dalla Procura di Ragusa agli abitanti di Santa Croce Camerina, rei di non aver recepito con la dovuta partecipazione gli inviti a collaborare: «Abbiamo lanciato diversi segnali alla popolazione e con mio stupore non è arrivata alcune segnalazione», ha commentato il procuratore, Carmelo Petralia. E «a vuoto» è andato finora anche l'appello alla cittadinanza, «affinché metta a disposizione degli investigatori eventuali immagini di telecamere di sorveglianza». Rispetto alle «telecamere di sorveglianza» non sappiamo bene quale sia il livello di collaborazione, ma certo, rispetto alle «telecamere dei tg», la collaborazione è stata tanta. Non a caso, ancor prima che dagli inquirenti, il cacciatore ora indagato e il ragazzo sotto interrogatorio erano già stati intervistati a più riprese dalle emittenti televisive che - come di consueto in queste vicende di sangue - stanno trasformando una tragedia nel solito show deprimente (per chi lo fa, ma soprattutto per chi ha lo stomaco di guardarlo). Yara e Bossetti ha un po' stancato...
ci vuole «carne fresca» per rianimare il caravanserraglio dei servizi pseudo-giornalistici: e allora chi meglio di Loris? del cacciatore presunto «orco»? del 18enne presunto pedofilo? dei genitori della vittima che piangono e imprecano? dei conoscenti che lanciano sospetti? degli striscioni davanti alla scuola? delle fiaccolate di solidarietà? dei ricordi del parroco e della maestra? del lutto proclamato dal sindaco? Per fare «colore» il repertorio della vergogna è sempre lo stesso.Speriamo solo che, almeno in questo caso, non manchi la «sostanza». Cioè l'arresto dell'assassino di Loris. L'assassino vero, ovviamente.
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