La sanatoria è oramai realtà: il decreto attuativo è stato pubblicato il 29 maggio scorso, dal prossimo lunedì via alle domande da parte dei datori di lavoro o dei singoli migranti interessati. Per braccianti, colf, badanti e per persone impegnate nella filiera agricola presenti, senza avere i documenti in regola, nel territorio italiano da prima dell’8 marzo scorso, scatterà la possibilità di sanare per l’appunto la posizione.
La platea interessata dovrebbe essere di circa 220.000 migranti, almeno secondo le stime del governo. Di sanatoria per la verità si è iniziato a parlare già all’indomani dell’insediamento del governo giallorosso. Diverse idee in tal senso erano emerse soprattutto dagli ambienti più a sinistra della nuova maggioranza, specialmente da LeU e dall’ala più rossa del Pd. Ma l’opposizione del Movimento Cinque Stelle ha rallentato ogni progetto.
Ad imprimere invece una forte accelerata alla sanatoria, che la maggioranza si ostina a sbandierare come mera regolarizzazione, è stata la crisi legata all’emergenza coronavirus. Il ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova, rappresentante di Italia Viva nel governo, a marzo ha lanciato l’idea di sanare la posizione di almeno 600.000 migranti per riportare nelle campagne i braccianti.
Tutto dunque sarebbe partito dall’immagine dei campi vuoti, non più praticati da quei lavoratori che hanno preferito o tornare nei Paesi di origine, soprattutto in Romania e nell’est Europa, oppure rimanere a casa per evitare contagi ed aspettare tempi migliori. Secondo Bellanova, con una sanatoria per una vasta platea di migranti allora sarebbe stato possibile rimettere manodopera a lavorare in campagna. A questa argomentazione, è stata affiancata anche quella relativa all’esigenza dell’emersione del fenomeno del caporalato e del tracciamento di eventuali contagi da coronavirus tra gli irregolari.
Il governo è andato avanti nonostante tante frenate arrivate dalla stessa maggioranza: i grillini hanno continuato a vedere in chiave negativa la sanatoria, dal Viminale più volte si è detto di voler al massimo regolarizzare soltanto coloro che avevano già un lavoro, mugugni sono apparsi anche da una parte del Pd. Poi ci sono state associazioni di categoria che, al contrario, hanno chiesto più volte corridoi per far tornare in Italia lavoratori comunitari andati via allo scoppio della crisi.
Italia Viva si è però impuntata, Teresa Bellanova ha minacciato le dimissioni e l’esecutivo si è quindi dovuto piegare ai diktat renziani. Come detto ad inizio articolo, la norma è oramai realtà. Tuttavia, dall’opposizione si sta cercando in questi giorni di aprire delle brecce tra i meno convinti di questa riforma all’interno della maggioranza. Ed è soprattutto dalla Lega, fortemente contraria ad ogni ipotesi di regolarizzazione, che è arrivata la volontà di provare in parlamento a fermare questo provvedimento.
Sotto il profilo tecnico, la sanatoria è stata compresa all’interno del decreto rilancio, il quale deve quindi adesso passare dalle aule per la conversione in legge. Ed è qui che la Lega, assieme a Fratelli d’Italia e Forza Italia, vuole provare a bloccare la sanatoria. Il centro – destra da questo punto di vista appare compatto: nessuno dei tre partiti vuole questa norma, quindi l’intento è quella di trovare sponde tra i più delusi della maggioranza per farla saltare o per, quanto meno, ridimensionarla in alcuni suoi aspetti.
A confermare questa strategia nelle scorse ore, è stato lo stesso segretario della Lega Matteo Salvini: “Sui migranti, la sanatoria è sciagurata – ha dichiarato su Twitter l’ex ministro dell’interno – Daremo battaglia. Presenteremo emendamenti al dl rilancio per bloccarla”.
La strategia dunque, sarebbe quella di far “piovere” sul dl rilancio una serie di emendamenti volti a smontare la parte riguardante la sanatoria.
Ed in questi giorni i vari gruppi parlamentari del centro – destra potrebbero trovare comuni accordi per arrivare a Montecitorio ed a Palazzo Madama con una serie di emendamenti volti a mettere in difficoltà il governo sul tema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.