Se lo fa pure lui. L'addio ai social della star romanista Nicolò Zaniolo non è la mattana isolata di un giovane vip finito nella palude di post, contropost, haters e lovers che inzacchera ogni uscita sui social network. «Visto che la mia vita è sul campo e non sui social o nel gossip, ho deciso di lasciar perdere questo lato superficiale che capisco non mi possa appartenere» ha scritto ieri sul profilo Instagram di sua mamma Francesca Costa. Poi ha scollegato il suo account (ma non il profilo...) e tanti saluti a tutti. Il «casus belli» è il suo presunto flirt con Madalina Genea, smentito anche da una nota dell'autorevole studio legale Bernardini de Pace, e il bailamme sulla sua separazione dalla fidanzata incinta. Non è il primo e di certo non sarà l'ultimo a lasciare almeno temporaneamente la partita dei social, anche se probabilmente è uno dei più giovani a farlo. Da Enrico Mentana (2013) in avanti, tanti si sono tolti più o meno definitivamente dai social network, impauriti o incattivi o umiliati dagli «shit storm» (letteralmente tempeste di m...) che di volta in volta investono i vip. Di certo, se lo fa un nativo digitale (Zaniolo è del 1999) il segnale è chiaro e figurarsi come la pensa chi è più avanti con gli anni ma si ritrova ogni giorno a calcolare, soppesare e calibrare tweet e post per evitare le mitragliate di critiche spesso da codice penale (o anche oltre). In fondo, e lo confermano anche analisti e psicologi, i social network hanno un fattore ansiogeno che spesso supera di gran lunga il limite tollerabile. Creano più stress che piacere.
Più che social, sono asocial perché, dopo l'euforia di poter dialogare con il mondo in tempo reale, in poco tempo spingono all'isolamento protettivo oppure alla costruzione di un «altro da sé», di un profilo personale ma fittizio che protegga dalle vampate di odio sempre più frequenti. In poche parole, il golden boy Zaniolo ha detto ciò che pensano in tanti, forse la moltitudine dei socialnauti: i social ci tolgono dalla vita vera. E non è un messaggio da sottovalutare, tutt'altro.
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