Finisce con un punteggio impietoso: 10 a 3, forse 4 con Trapani alla sinistra. È la goleada del centrodestra, con il centrosinistra che al secondo giro di valzer perde ovunque e vince solo a Vicenza, salvando almeno l'onore. Per il resto la coalizione a trazione meloniana dilaga ovunque: espugna Ancona, dove anche la Schlein si era spesa in prima persona per arginare la marea moderata, riprende le tre città un tempo rosse della rossa Toscana, Massa, Pisa e Siena, nel passato feudo del Pd e del Monte dei Paschi. Avevano detto che nel 2018 erano cadute in mano all'avversario per gli errori della leadership progressista, ma il canovaccio si è ripetuto nel 2023: un pezzo della Toscana ha cambiato colore e certe rendite di posizione non esistono più.
Il centrodestra vince a Brindisi con Giuseppe Marchionna. E l'onda lunga passa lo Stretto, dove fra dieci anni dovrebbe esserci il ponte, e arriva fino a Catania che incorona Enrico Trantino.
Insomma, se si conteggiano anche i risultati di due settimane fa, il distacco sui competitor si fa pesante, perché nella collana delle vittorie entrano anche Latina, Treviso, Sondrio e Imperia, dove l'eterno Claudio Scajola ha surclassato il commissario Ivan Bracco che aveva indagato per anni su di lui.
Il centrosinistra pianta le sue bandierine a Vicenza, e poi a Teramo e Brescia, una piazza molto importante. Ma questi risultati, significativi, non bastano per invertire una tendenza che alla fine è uniforme nelle diverse regioni italiane. L'opposizione resta al palo e non è capace di scalfire questa narrazione. Completano il quadro il ballottaggio di Siracusa (mentre a Trapani il centrosinistra sembra spuntarla con Giacomo Tranchida) e due vittorie di candidati civici, a Ragusa dove si riconferma Giuseppe Cassì e a Terni, dove diventa sindaco l'incontenibile Stefano Bandecchi, patron della Ternana e anima dell'Università Niccolò Cusano. In poche parole, l'opposizione, quella di Schlein, ma pure l'altra dei 5 Stelle, non riesce a sbarrare la strada ai candidati della maggioranza. I leader Meloni-Salvini-Berlusconi avranno pure un alto tasso di litigiosità, ma alla fine riescono sempre a compattarsi intorno a facce abili a portare la coalizione in meta.
E l'opposizione che sognava blitz qua e là lungo lo Stivale, deve prendere atto della sconfitta. A Pisa il sindaco uscente Michele Conti, leghista, aveva mancato il trionfo al primo giro per una ventina di schede e dall'altra parte pregustavano una clamorosa remuntada, alimentando la retorica del ribaltone.
Ma la capriola non c'è stata, Conti arriva al 52 per cento, Paolo Martinelli si ferma ad un più che onorevole ma insufficiente 48 per cento. Finale quasi uguale a Siena dove Nicoletta Fabio è la prima donna sindaco con il 52,16 per cento e Anna Ferretti non va oltre il 47,84 per cento. Insomma, l'eccezione che i progressisti volevano mettere fra parentesi, andando oltre la debacle subita cinque anni fa, diventa la regola.
A Nord. Al centro e al Sud. Il potere rosso frana ad Ancona, città cui il Pd di Schlein teneva moltissimo. La sinistra ha fatto di tutto per tenere la storica piazzaforte, ma anche qui non c'è stato nulla da fare: Daniele Silvetti è il nuovo primo cittadino col 51,66 per cento, Ida Simonella si arresta al 48,34 per cento.
Dal Centro al Sud. A Catania non c'è partita e non c'è bisogno di aspettare il ballottaggio: Enrico Trantino di FdI è addirittura oltre il 60 per cento. Con tutto il rispetto, per l'opposizione è un risultato mortificante. Di questo passo, ormai la maggioranza può farsi male solo da sola. E anche certi dibattiti sulla riscrittura della norma che regola il secondo turno delle amministrative paiono superflui.
Il centrosinistra compie l'impresa a Vicenza: Giacomo Possamai batte Francesco Rucco per un punto: 50,54 contro 49,46 e il sindaco deve cedergli il passo. Possamai, Laura Castelletti a Brescia e Gianguido D'Alberto a Teramo.
Il centrosinistra è tutto qua. Il centrodestra può festeggiare: i temuti controsorpassi non ci sono stati. E, con tutta la prudenza del caso, si può sostenere che la luna di miele con il Paese non è esaurita. Anzi, il consenso cresce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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