Elly a corto di idee e proposte, va in piazza con Conte e verdi ma sa solo dire no al governo

Archiviato il mai decollato "campo largo" a sinistra, nella piazza romana del Pd arriva il leader Cinque Stelle Giuseppe Conte

Elly a corto di idee e proposte, va in piazza con Conte e verdi ma sa solo dire no al governo
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Archiviato il mai decollato «campo largo» a sinistra, nella piazza romana del Pd arriva il leader Cinque Stelle Giuseppe Conte. E quasi ruba la scena alla segretaria dem, che più avanti dirà alle 50mila persone stimate che «il Pd non ha alcuna presunzione di autosufficienza, siamo a disposizione per lavorare insieme, ma su questioni concrete e non formule astratte, siamo qui per costruire». Il messaggio è ai pentastellati. Ed è però Conte, con una mini pattuglia parlamentare al seguito e senza salire sul palco, a dare un nome al cantiere che chiama del «campo giusto», confermando il dialogo con i dem, pronto ad «avviarne uno nuovo». Convergere sì, dice ai giornalisti, ma anche «segnare qualche volta qualche differenza». Schlein lo raggiunge per un colloquio riservato nel retro palco, poi un abbraccio tra i due.

La comunità dem accoglie di buon grado il leader pentastellato, al grido «solo uniti si vince»; Stefano Bonaccini si congratula con Elly per aver riportato in piazza i dem dopo 5 anni. Nel retropalco si mettono insieme i mattoncini delle possibili battaglie Pd-Cinque Stelle, anche con Sinistra Italiana e Verdi, presenti ieri con l'ex ministro Speranza, Fratoianni e Bonelli, che lancia una stoccata agli assenti di +Europa e centristi. Schlein parla di necessità di «ricostruire un campo progressista». Di «alternativa credibile contro bandierine». Di proposte se ne sentono poche. Il Pd va in piazza per dire «no al governo». Il salario minimo resta finora il solo vero dossier che ha unito Pd e 5S in Parlamento. Lorenzo Guerini, presente in piazza, ricorda: «Schlein non l'ho votata, ma sta lavorando per l'alternativa a questo governo». Il sindaco di Roma Gualtieri parla di «riscossa democratica».

Dal palco Schlein lancia un altro amo ai 5s. «Siamo in questa piazza per tornare a chiedere la pace; al terrorismo sanguinario di Hamas va la nostra ferma condanna, ma la brutalità non giustifica altra brutalità sui civili». Poi netta condanna del «rigurgito» di antisemitismo. «L'immigrazione è un'ossessione di questo governo - insiste nel discorso in cui affastella argomenti più disparati - hanno smantellato l'accoglienza diffusa, hanno vomitato odio e pregiudizi per anni». Un conciliabolo sotto palco tesse la rotta parlamentare; Francesco Boccia spiega che Piazza del Popolo è luogo di costruzione di un'alternativa a partire dalla giustizia sociale. Zingaretti parla di processo politico per cui «non dobbiamo avere fretta». Si sondano i temi per combattere una destra che per Schlein ha numeri solidissimi in Parlamento. Poi la frontwomen bolla come «arma di distrazione di massa» la riforma costituzionale; dice che l'accordo sui migranti con l'Albania «viola la Costituzione». Dal palco non nomina Conte, che è lì sotto. Sale tra gli altri la neo-sindaca di Foggia che ha vinto sostenuta Pd e 5Stelle. Altrove l'unità è da trovare. Prova ne sono le Regionali. Niente intesa in Piemonte.

Mentre l'accordo in Sardegna sulla 5 Stelle Todde ha innescato le ire, e ieri l'addio al Pd, di Renato Soru, ex governatore tra i fondatori del partito, con l'appello a rinsavire «al pezzo di centrosinistra che ha preferito chiudersi in via Emilia ed evitare il confronto». Intanto: «Famiglie arcobaleno, venite sul palco». Ne salgono due.

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