Venezia - Ieri il Veneto è stato chiamato alle urne. «Vuoi che alla Regione del Veneto chiedeva il quesito referendario siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?». Un'affluenza che nella mattinata di ieri ha faticato a decollare. A mezzogiorno, la percentuale di coloro che si erano recati alle urne era del 21,1%. In testa la provincia di Vicenza con il 25,2%. A seguire Treviso, Padova, Venezia, Verona e poi in coda Belluno e Rovigo. Un'affluenza che però alle 19 è salita, oltrepassando la soglia del 50% e quindi il quorum necessario perché il referendum abbia valore.
Da dire che in Veneto la campagna referendaria è stata molto attiva, da parte non solo di politici, ma anche di persone di spicco e personalità più o meno conosciute. Soprattutto nei piccoli paesi, dove ieri, poco dopo mezzogiorno i cittadini che andavano a esprimere il loro voto arrivavano a fiotti. La percezione che ieri bazzicando per i seggi si è avuta è stata che a votare sono andati molti adulti, lavoratori, meno invece i giovani. Molto attiva anche la campagna sui social. Parecchi sostenitori del Sì hanno postato la loro foto su Facebook, condividendo con gli amici l'immagine del loro certificato elettorale o quella del momento in cui imbucavano la scheda nel contenitore. Alcuni «per dare l'esempio», alle prime luci dell'alba, con le tapparelle delle scuole ancora abbassate, erano alle urne.
Non sono mancati nemmeno i «guastafeste»: il comitato Veneti per l'astensione, un comitato di 403 firmatari, quasi tutti giovani, per lo più studenti, alla vigilia del voto scriveva su Facebook: «Domani? Una bella gita al lago» e poi ancora «Buon non voto a tutti». Ma il referendum è stato un successo, ben rappresentato dai tanti emigrati che sono tornati apposta per votare, come Marco Gambaretto, che vive e lavora nel Golfo Persico e ha fatto più di 6.000 chilometri per votare nel so paese, San Giovanni Ilarione in provincia di Verona. E tutto si è svolto regolarmente, con 4 milioni e mezzo di schede, oltre 62.555 manifesti, 10.500 verbali, 5.213 urne, 5.500 kit con timbri, boccette di inchiostro e tamponi e 31mila matite copiative. Tra le emittenti accreditate c'era anche Tv3, la televisione della Catalogna.
Anche il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia nei giorni scorsi si era espresso in
merito. «Autonomia - ha detto - non significa separazione, può essere semmai uno stimolo e un aumento di responsabilità verso un'integrazione più forte e attenta alle caratteristiche di ogni contesto e di ciascuna realtà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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