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Emilia e Umbria a sinistra. Grande fuga degli elettori

De Pascale e Proietti eletti presidenti. I complimenti della Meloni. Pd primo partito, Fdi guida il centrodestra, Fi supera la Lega. Flop 5 Stelle

Emilia e Umbria a sinistra. Grande fuga degli elettori
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La lunga sequenza di vittorie del centrodestra, 12 a 1 a partire dalle elezioni politiche, si interrompe nelle regioni rosse. Un passaggio a vuoto scontato in Emilia Romagna, più doloroso in Umbria dove la governatrice uscente di centrodestra Donatella Tesei - data alla vigilia in corsa per una possibile vittoria, sia pure sul filo dei voti - viene sconfitta in maniera chiara da Stefania Proietti, candidata del campo largo. Un risultato a cui contribuisce sicuramente l'affluenza, una fattispecie che storicamente non aiuta il centrodestra. Una diserzione di massa dalle urne che conferma così i timori espressi dai leader politici, per tutta la campagna elettorale, preoccupati per la prospettiva di dover fronteggiare un alto astensionismo.

Se l'affluenza in Emilia-Romagna è del 46,42%, contro il 67,27% dell'ultima tornata del 2019, in Umbria si attesta al 52,30% contro il 64,74% delle ultime elezioni. In Emilia Romagna vince Michele de Pascale, candidato del campo largo, con il 56,8% contro il 40% circa di Elena Ugolini, candidata del centrodestra. In Umbria la vittoria va a Stefania Proietti con il 50% contro il 47% di Tesei, delusa per un risultato che si aspettava in bilico fino all'ultimo, come i sondaggi sembravano indicare.

I voti di lista raccontano, invece, di un ritorno in grande spolvero del Pd che nelle sue terre di elezione fa l'asso pigliatutto ottenendo il 42% in Emilia Romagna (rispetto al 34% del 2019) e il 31% in Umbria (rispetto al 22% del 2019). Una crescita che, soprattutto nelle elezioni amministrative, passa attraverso una costante e sistematica erosione di quello che era il patrimonio di consensi dei Cinquestelle. Se in Emilia M5S scende al 4,3, in Umbria è poco sotto il 5%, con tanti elettori storici del partito di Via del Nazareno che evidentemente ritornano alla base. Una cannibalizzazione degli alleati (il Pd aumenta anche rispetto alle Europee) che potrebbe provocare contraccolpi e riflessioni nella coalizione, visto che oltretutto la perdita di consensi riguarda anche Alleanza Verdi e Sinistra. Nel centrodestra, invece, si conferma il primato di Fratelli d'Italia che in Umbria, rispetto al 2019, raddoppia i propri consensi, portandoli al 20%. In Emilia Romagna invece FdI si attesta al 24%.

Altro dato rilevante è relativo al derby tra Forza Italia e Lega, vinto dal partito azzurro in entrambe le regioni. Se il partito fondato da Silvio Berlusconi è al 9,6% in Umbria, in Emilia Romagna è al 5,73%. La Lega, invece, è all'8,16% e al 5,47%. Giorgia Meloni, dal Brasile dove si trova per il G20, ammette subito la sconfitta e promette collaborazione istituzionale ai due vincitori. «Desidero rivolgere i miei auguri di buon lavoro ai nuovi presidenti. Al di là delle differenze politiche, auspico una collaborazione costruttiva per affrontare le sfide comuni e lavorare per il benessere e il futuro delle nostre comunità. Un ringraziamento sentito va a Donatella Tesei ed Elena Ugolini per l'impegno, la dedizione e la passione dimostrati in questa competizione elettorale». Antonio Tajani fa gli auguri ai vincitori, ma sottolinea come Forza Italia abbia «raddoppiato i propri voti rispetto al 2019».

Nella coalizione vincente, invece, in attesa di spostarsi in Umbria per festeggiare con Proietti, Elly Schlein saluta la vittoria nella Regione di cui è stata vicepresidente. «Una vittoria emozionante, che ha premiato la squadra. È il segno di dove possiamo arrivare quando siamo uniti». Si tratta di «atto di fiducia» da parte degli elettori, «sono sicura che il portacolori del centrosinistra, sindaco di Ravenna, sarà un grande presidente. Si profila un risultato straordinario per il Pd e questo ci conferma come perno per la costruzione dell'alternativa a queste destre». A differenza della sconfitta in Liguria, in Emilia e in Umbria anche Italia Viva (senza simbolo) era presente.

Difficile dire cosa sarebbe accaduto se i centristi non fossero stati in coalizione.

In ogni caso Matteo Renzi sfrutta subito l'occasione e rivendica il proprio ruolo. «Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi».

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