Continuano le epurazioni russe nei vertici militari colpevoli delle figuracce sul campo nel corso dell'invasione dell'Ucraina. Secondo l'analisi odierna dell'intelligence della Difesa britannica «nelle ultime settimane, la Russia ha rimosso i comandanti di alto livello che considera si siano comportati male durante le fasi iniziali dell'invasione dell'Ucraina». In particolare, si legge sull'aggiornamento diffuso dal ministero della Difesa di Londra, «il tenente generale Serhiy Kisel, che comandava la 1a Armata carri armati d'èlite, è stato sospeso per la mancata cattura di Kharkiv», mentre «anche il viceammiraglio Igor Osipov, che comandava la Flotta del Mar Nero, è stato probabilmente sospeso in seguito all'affondamento dell'incrociatore Moskva in aprile». In bilico anche il Capo di Stato Maggiore russo Valeriy Gerasimov, che «probabilmente rimane al suo posto, ma non è chiaro se mantenga la fiducia del Presidente Putin». Alcuni analisti pensano che sia ancora il principale partner di Putin nel processo decisionale, altri che sia un dead man walking.
Tra le altre figure degradate c'è uno dei più alti dirigenti del servizio segreto Fsb, Sergei Beseda, che avrebbe fornito indicazioni errate su cui poi è stata male impostata l'aggressione in Ucraina. Il funzionario è ricomparso in pubblico al funerale di un veterano del Kgb dopo che si erano sparse voci addirittura di un suo arresto, ma secondo il giornalista investigativo russo Andrei Soldatov gli sarebbe stato assegnato solo un ruolo di facciata.
«La cultura dell'insabbiamento e dell'eliminazione della colpa è probabilmente prevalente nel sistema militare e di sicurezza russo - spiegano britannici -. Molti ufficiali coinvolti nell'invasione dell'Ucraina saranno probabilmente sempre più distratti dal cercare di evitare la propria responsabilità personale per le battute d'arresto operative della Russia.
Questo probabilmente metterà ulteriormente a dura prova il modello centralizzato di comando e controllo della Russia, in quanto gli ufficiali cercheranno sempre più di rimandare le decisioni chiave ai loro superiori. In queste condizioni sarà difficile per la Russia riprendere l'iniziativa».
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