Berlino - Spiare gli insegnanti ostili al presidente Recep Tayyip Erdogan. Informarsi tramite i propri figli su chi in classe critichi il sultano o, peggio ancora, su chi esprima simpatia per l'imam Fethullah Gülen, l'arcinemico del leader turco.
Questo l'odioso compito affidato a voce a tanti genitori. Con un'aggravante non da poco: la richiesta sarebbe partita dal consolato generale della Turchia nel Nord Reno-Westfalia (Nrw) all'indirizzo di tanti genitori di origine turca residenti nella regione. La denuncia è partita dalla redazione di Düsseldorf della Westdeutsche Allgemeine Zeitung (Waz), fra i più diffusi quotidiani regionali nell'ovest tedesco. Non è un caso che lo scandalo sia scoppiato proprio nella capitale del Nrw: il Nord Reno è il Land più popolato della Germania e quello con la più alta percentuale di residenti di origine straniera, gran parte dei quali con il passaporto turco.
L'idea di trasformare bambini e ragazzi nei delatori dei loro insegnanti sarebbe stata comunicata a voce durante una serie di «eventi informativi» organizzati il mese scorso a Düsseldorf, Essen, Colonia e Münster dal consolato allo scopo ufficiale di «combattere la discriminazione degli scolari turchi».
Ai genitori sarebbe stato detto di incoraggiare gli 007 in erba a filmare i professori intenti a criticare la dirigenza turca e di riferire tutto, telefonini alla mano, allo stesso consolato.
Non è la prima volta che il governo di Erdogan viene accusato di condurre una caccia senza freni agli oppositori, tutti peraltro indicati come golpisti o terroristi. La repressione scatenata dal presidente turco dopo il tentato golpe dello scorso luglio non si ferma ai confini nazionali: nei giorni scorsi il ministero turco per gli Affari religiosi aveva richiamato in patria sei imam finiti nel mirino della polizia tedesca con l'accusa di spiare a favore del governo di Ankara.
Un conto è pero ascoltare le conversazioni in moschea fra adulti,
un altro è invitare dei minorenni a spiare gli insegnanti.«La procura di Düsseldorf sta indagando per capire se esistano gli estremi di un reato», ha scritto la Waz citando un portavoce del ministero statale degli Interni.
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