Il giallo dei tredici quadri contesi nell'eredità Agnelli si arricchisce di un nuovo colpo di scena. «Sono stati donati da Donna Marella ai nipoti John, Lapo e Ginevra e si trovano nelle loro abitazioni», è quanto avrebbero detto, in sintesi, le due storiche governanti della famiglia dell'Avvocato, più una terza persona, sentiti come testimoni dai finanzieri di Milano nei mesi scorsi. Altre opere si troverebbero al Lingotto, nel caveau della Pinacoteca Agnelli. Le tele, tra cui un dipinto di Claude Monet, che un tempo arredavano Villa Frescot e Villar Perosa a Torino e una residenza di famiglia a Roma sarebbero quindi, secondo la relazione firmata dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza e arrivata sul tavolo dei pm milanesi Cristian Barilli ed Eugenio Fusco alcuni giorni fa, perfettamente «tracciate» e «tracciabili».
Non ci sarebbe quindi nessun mistero sui quadri, la cui presunta sparizione è oggetto di un'inchiesta della procura milanese per ricettazione contro ignoti, nata da una denuncia della madre degli Elkann, Margherita de Pahlen, che con il presidente di Stellantis e i suoi fratelli ha una lunga contesa per l'eredità sia in sede penale che civile. Inchiesta che i magistrati avevano chiesto di archiviare, ma che si è arricchita invece di nuove indagini - tra cui appunto le testimonianze delle governanti - per ordine della gip Lidia Castellucci. Dopo l'accesso alle banche dati dei competenti uffici al ministero della Cultura e nella piattaforma Sistemi Uffici Esportazione, i finanzieri hanno concluso invece che sui quadri in questione non vi sarebbe «vincolo artistico», esistente in genere per le opere di particolare valore e necessario eventualmente per movimentarle o per venderle. Il fascicolo milanese verrà con ogni probabilità trasmesso a Torino, che si occupa dell'inchiesta principale sull'eredità. Intanto fonti vicine a de Pahlen, assistita dall'avvocato Dario Trevisan, precisano che i quadri oggetto di denuncia nel procedimento di Milano non potrebbero essere stati donati, in quanto Marella non ne avrebbe avuto la proprietà.
Peraltro, da quanto risulta al team legale che supporta la madre degli Elkann, non vi sarebbe ad oggi formalizzato nessun documento di donazione. Secondo Margherita, in sostanza, ogni donazione risulterebbe dunque invalida e sarebbe pertanto richiesta l'immediata restituzione delle opere alla (presunta) legittima proprietaria.
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