Gli eroi romantici di Valentino. In passerella c'è la vita reale

Dopo la pandemia la maison ha lasciato Parigi e ha scelto di presentare a Milano la nuova collezione

Gli eroi romantici di Valentino. In passerella c'è la vita reale

«Che la moda si umanizzi e nutra il cuore e sia connessa con la bellezza dell'universo invece che con le perversioni di una piccola umanità». Finisce con queste parole potenti e struggenti il misterioso messaggio arrivato ieri mattina sui telefonini di alcuni addetti ai lavori della moda. Siamo all'ultimo giorno della fashion week milanese dedicata alla primavera/estate 2021 e in programma per la prima volta c'è uno dei marchi più importanti di Parigi per non dire del mondo: Valentino. In altri tempi avremmo parlato dell'equivalente modaiolo di una rivoluzione gongolando senza ritegno sulla presunta sconfitta dei francesi. Stavolta stiamo davvero appesi a un filo sul vuoto, «come d'autunno sugli alberi le foglie» in attesa di capire cosa succederà. «Vista la situazione senza precedenti ci sembrava opportuno fare sistema dando una mano all'Italia e pensando alla sfilata in modo nuovo» esordisce il direttore creativo Pierpaolo Piccioli subito dopo lo show che, per la cronaca, si è svolto alla Bovisa, nei vecchi capannoni delle fonderie Carlo Macchi. Il set è semplicemente divino, con isole di verde che sembrano spuntare dal cemento del gigantesco spazio industriale, un'autentica magia del flower designer Satoshi Kawamoto, giapponese di stanza a Milano. Al centro della scena c'è una sorta di ring su cui poi il gruppo musicale Labyrinth eseguirà dal vivo la colonna sonora che gli esperti definiscono «progressive metal power» e a noi sembra solo molto bella. Gli ospiti 190 persone in tutto possono accedere solo seguendo il rigido protocollo di controllo imposto dalle nostre autorità sanitarie. Siamo tutti dotati di mascherine FP2 (quelle nere vanno a ruba) e per poco non soffochiamo quando le modelle con i lunghi e meravigliosi abiti da sera fatti con chilometri di chiffonn nei colori più forti che si possano immaginare sollevano la polvere stratificata sul pavimento da decenni di lavoro degli altiforni. Le ragazze indossano quasi sempre adorabili scarpe piatte o con tacco a rocchetto mutuate dal mitico modello Rockstud lanciato 10 anni fa dal brand. Stavolta le borchie sono gigantesche eppure meno minacciose. Tutto sta nel casting: 66 persone normali, la famosa gente della strada che dovrebbe essere al centro del pensiero stilistico e invece di solito non lo è. Stavolta la narrazione di Pierpaolo ruota attorno a facce e personalità speciali perché normali e viceversa: il vasto mondo che si è stato tanto lontano durante il lockdown. Il DNA di Valentino inteso come fiori, ruche, pizzi preziosi, il little black dress, lo chiffon, colori e tagli magistrali resta vivo ma lotta insieme a noi in cerca di una bellezza più che mai necessaria dopo tutta questa bruttura con cui ci tocca fare i conti. Milano s'inchina alla bravura di Piccioli, un ragazzo che da Nettuno è arrivato nel mondo del lusso restando quello che è sempre stato: un sognatore. Anche Massimo Giorgetti per presentare la nuova collezione di MSGM fa un incredibile lavoro d'inclusività tra le sue radici romagnole e un'idea di moda che pensa prima all'anima e alla personalità prima che ai corpi. Non serve quasi sapere le storie delle ragazze per capire che c'è di mezzo anche il sostegno al mondo LGBT e a quella multietnicità che è figlia del nostro tempo. Se a tutto questo però si aggiungono le stampe con la ruggine tipiche della Romagna, i grossi galli disegnati sulla camicia, l'uva ricamata sul blouson e le spighe dipinte sul trench capisci che il sogno può anche coincidere con la realtà, basta aprire bene gli occhi, le orecchie e il cuore. È quello che hanno fatto Tomaso Aquilano e Roberto Rimondi per rimettersi in pista con shi.

RT, un nuovo brand nato dalla camicia bianca e da lì passato a costruire un'intera bellissima collezione di capi in cotone e di tutti i colori. Ci vuole tanta forza e un certo coraggio per andare avanti di questi tempi. L'Italia della moda ce l'ha.

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