Nel giorno in cui il debito pubblico italiano ha marcato nuovi livelli record avvicinando il muro dei tremila miliardi di euro, da Bruxelles arrivano indicazioni perentorie circa la necessità di risanamento dei conti pubblici. Dall'incontro tra i ministri economici dell'area euro è emerso che le nuove regole del patto di stabilità portano a prevedere per il prossimo anno un orientamento di bilancio restrittivo per l'intera zona euro.
Nel passaggio chiave del documento diffuso dall'Eurogruppo si dice che «il consolidamento fiscale graduale e duraturo nell'area dell'euro continua a essere necessario in futuro, data la necessità di ridurre gli elevati livelli di disavanzo e debito. Allo stesso tempo, ciò dovrebbe essere effettuato in modo da ridurre al minimo l'impatto sulla crescita». A margine dell'incontro, il commissario all'Economia Paolo Gentiloni (foto) ha spiegato come «il consolidamento di bilancio non è compito facile però è una necessità per diversi Paesi, specialmente per quelli sotto procedura per deficit eccessivo» (sono sette, tra cui l'Italia, ndr). Gentiloni ha aggiunto: l'impostazione dell'anno prossimo dovrà essere «realistica», senza nessun obbligo a «fare cose impossibili».
Per l'Italia, che detiene il più alto deficit d'Europa, la sfida è significativa anche se le nuove regole approvate lo scorso aprile danno spazio per una programmazione pluriennale del rientro del deficit.
Il Documento di Economia e Finanza (Def) già prevede una correzione dei conti e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha sempre ribadito il percorso di responsabilità della finanza pubblica sostenibile dell'attuale governo. Dalle stime del Def emerge che, dopo il 7,4% del 2023, il deficit è indicato in netta discesa al 4,3% del pil quest'anno, per poi ridursi al 3,7% nel 2025 e raggiungere il target del 3% nel 2026.
Tornando al debito pubblico dell'Italia, i dati diffusi da Bankitalia sanciscono i nuovi massimi storici. A maggio c'è stato un aumento di 13,3 miliardi a quota 2.918,9 miliardi. Da via Nazionale spiegano come la nuova salita del debito è da ascriversi principalmente al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, salito di 11,5 miliardi.
Di contro migliorano le entrate tributarie che a maggio sono state pari a 43,3 miliardi, in aumento del 7,1 per cento (2,9 miliardi). Nei primi 5 mesi dell'anno il debito pubblico dell'Italia è salito di oltre 70 miliardi.
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