Family Day, ora parla Maroni: "Con il Pirellone un caso mediatico"

Il governatore lombardo difende la scelta e ricorda che non è stato l'unico a schierarsi. "Basta guardare alla Boldrini"

Family Day, ora parla Maroni: "Con il Pirellone un caso mediatico"

Ne hanno parlato tutti di quelle due parole apparse sul Pirellone, la scritta Family Day che campeggiava sul palazzo che ospita gli uffici della Regione Lombardia, di cui Roberto Maroni è governatore. Ed è ora l'uomo della Lega a spiegare, in un'intervista al Corriere della Sera, il perché di quella decisione.

"Volevamo creare un caso mediatico", spiega, sottolineando che la Regione ha ottenuto quello che voleva e che l'iniziativa di tenere accese le luci del palazzo per comporre la scritta, da questo punto di vista, è stata un successo. Ho "voluto enfatizzare un fatto dalla rilevanza politica straordinaria", spiega il governatore Maroni, chiarendo di non accettare la posizione ambigua del Nuovo centrodestra sulle unioni civili, con Angelino Alfano che ancora ieri ha parlato di un possibile referendum sul tema.

Il governatore della Lombardia è anche convinto che lo schierarsi, anche per

una istituzione pubblica, non sia un problema. "Hanno tifato - a favore delle unioni - sia il sindaco di Milano che quello di Torino. Per non parlare della presidente della Camera Laura Boldrini".

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