Sarebbero state le famiglie delle persone scomparse per Covid ad aver fatto pressioni chiedendo la testa di Matt Hancock, il ministro della Salute britannico che ieri pomeriggio ha presentato a sorpresa le sue dimissioni. La vicenda, a tratti persino boccaccesca, riguarda il bacio galeotto e i momenti di intimità immortalati da una telecamera a circuito chiuso, e pubblicati dal Sun, che ritraevano Hancock con la sua assistente Gina Coladangelo, sposata e con figli come lui. Questa volta non sarebbe stato il grido «niente sesso siamo inglesi» a mettere l'ormai ex ministro nei guai, ma la violazione delle regole Covid che, al momento del misfatto, imponevano ancora nel Regno Unito il distanziamento da persone non conviventi o estranee alla cerchia familiare. Senza contare che Hancock era finito sotto accusa anche per aver fatto assumere la donna, come consulente del ministero, attraverso un incarico diretto e senza un bando di concorso.
Ironia della sorte, le dimissioni di Hancock sono arrivate poche ore dopo che il premier britannico Johnson gli aveva confermato la fiducia. Downing Street ha comunicato che Johnson «ha accettato le scuse del suo ministro» e che la «faccenda poteva considerarsi chiusa». In realtà la situazione era tutt'altro che risolta. Tant'è che nel pomeriggio Hancock ha girato ai media un comunicato nel quale ha spiegato di non volere «che la mia vita privata distragga attenzione dall'unico obiettivo che ci sta portando fuori da questa crisi sanitaria. Voglio ribadire le mie scuse per aver infranto le regole e scusarmi con la mia famiglia e i miei cari per aver fatto passare loro questo momento di disagio. Ho un grande bisogno di recuperare il rapporto con i miei figli, che non vedono il padre con una certa frequenza da parecchio tempo».
Il premier Johnson a quel punto ha accolto le dimissioni, dicendosi dispiaciuto: «Caro Matt, dovresti lasciare l'ufficio molto orgoglioso di quello che hai raggiunto, non solo nell'affrontare la pandemia, ma anche prima che il Covid ci colpisse. Sono grato per il tuo sostegno e credo che il tuo contributo al servizio pubblico sia tutt'altro che finito».
Va anche ricordato che l'opposizione aveva chiesto la testa del ministro dopo aver visto la foto-scandalo sulla copertina del Sun, e la sua posizione si era indebolita con il trascorrere delle ore anche tra le file dei conservatori. Diversi parlamentari Tory, come riferisce il Guardian, hanno detto di aver ricevuto messaggi di protesta da parte dei loro elettori. «Ci sarà rabbia perché ha infranto le sue stesse regole», ha riferito al tabloid un ex ministro. «Le persone non possono accettare un doppio standard», ha sottolineato un parlamentare. Come accennato la spinta finale sarebbe arrivata dalle famiglie che hanno subìto un lutto a causa della pandemia. Costituendo una vera e propria class action, hanno scritto a Johnson invitandolo a cacciare il suo ministro della salute. Nel frattempo degli avvocati stanno studiando se Hancock abbia infranto la sua stessa legge sulle restrizioni al coronavirus, sebbene il diretto interessato abbia ammesso di aver violato semplicemente le linee guida.
Intanto, migliaia di persone sono scese in piazza nel centro di Londra per protestare contro le misure restrittive ancora in vigore in Gran Bretagna almeno fino al 19 luglio a causa della variante Delta che galoppa (ieri 18mila nuovi casi). «Siamo qui per riprenderci la nostra libertà», uno degli slogan scanditi. Palline da tennis sono state lanciate oltre l'inferriata che protegge il Parlamento. Johnson, che aveva assunto ad-interim il dicastero della Salute, ha subito trovato un sostituto.
Downing Street ha annunciato che il nuovo ministro è Sajid Javid, ex cancelliere e ministro degli Interni. Una nomina necessaria, alla luce anche della difficile situazione che sta vivendo il Regno Unito per la variante Delta.
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