"Fate fuori le tre grandi". Il condominio Serie A litiga per un posto al sole

La superlega d'Europa ha fatto saltare in aria la Lega di serie A. Nella riunione d'urgenza, convocata da remoto, per un primo esame dell'iniziativa clamorosa, sono volati insulti e anatemi

"Fate fuori le tre grandi". Il condominio Serie A litiga per un posto al sole

La superlega d'Europa ha fatto saltare in aria la Lega di serie A. Nella riunione d'urgenza, convocata da remoto, per un primo esame dell'iniziativa clamorosa, sono volati insulti e anatemi. «Questa non è una guerra civile, è una guerra nucleare» ha commentato qualcuno copiando il paragone dai social. Urbano Cairo, presidente del Torino, e Massimo Ferrero, presidente della Samp, sono stati i più duri secondo il resoconto dei diritti interessati, Agnelli, Marotta e Scaroni, i tre rappresentanti di Juve, Inter e Milan che - a dispetto di anticipazioni farlocche - si sono presentati in assemblea. È iniziata una sorta di processo popolare durante il quale le espressioni sono state feroci. Cairo ha dato del «giuda» ad Andrea Agnelli e ha chiesto ripetutamente a Marotta di dimettersi da consigliere federale. Stesso invito rivolto al presidente milanista Scaroni. La replica più esauriente dei tre è stata una cifra: un miliardo di euro. In sette anni, gli ultimi sette di calcio-mercato, Juve, Inter e Milan hanno versato nelle casse degli altri club di serie A un miliardo per gli acquisti.

«Non vi rendete conto che se noi andiamo in default, non possiamo più comprare da voi calciatori e il sistema va in tilt?» hanno chiesto ai colleghi contestatori. Dopo oltre un'ora di questo clima limaccioso, Dal Pino che si è tenuto fuori dalla contesa tra le due fazioni («atteggiamento da Ponzio Pilato» ha chiosato qualcuno), ha chiuso l'assemblea aggiornandola ad altra data. L'incontro improvvisato di ieri, aperto con la richiesta avanzata dal Parma, di estromettere subito i 3 club scissionisti dal campionato, è stata presto abbandonata. Per evitare rappresaglie, il Verona ha addirittura firmato un comunicato per smentire tale intenzione.

Sul fronte interno, oltre alle reazioni politiche di segno opposto, solo il sindacato calciatori ha firmato una nota pronta a mediare mentre il sindacato europeo si è subito messo di traverso rispetto alla minaccia di vietare ai calciatori della superlega d'Europa le nazionali. Dopo il duello rusticano di ieri pomeriggio, ci sarà un'altra puntata lunedì in occasione della riunione del consiglio federale. All'ordine del giorno ci sono le nomine di giustizia sportiva, le licenze nazionali della stagione 2021-2022 ma di sicuro entrerà anche l'argomento più scottante. Gabriele Gravina, dalla Svizzera, non ha tuonato con Ceferin, anzi ha usato un linguaggio deciso ma senza scendere alle espressioni offensive utilizzate da Ceferin nei confronti di Agnelli e Gazidis. Sul punto, tra l'altro, Juve e Agnelli hanno deciso di derubricarle a reazioni scomposte senza passare il virgolettato ai legali di fiducia.

Dal fronte delle tre sorelle, le novità del giorno sono soltanto operative. È stato infatti deciso di affrettare i tempi per la scelta (già fatta) e la nomina di un ad della SLC chiamato così a parlare per conto dei 12 che hanno aderito alla nuova associazione mentre l'unica incertezza è legata alla data per dare inizio al nuovo torneo. Partire entro settembre comporta problemi organizzativi di grande dimensione. Allo stesso tempo resistere per un anno dentro l'attuale Uefa, con i rapporti personali oltre che istituzionali naufragati, diventerebbe una sorta di supplizio. Di sicuro, la tutela legale della superlega è già partita perché una lettera in tal senso è stata recapitata a Ceferin e Infantino.

Il presidente della Fifa è quello rimasto per ora fuori dalla mischia con un atteggiamento più responsabile, forse anche consapevole dei rischi che mondiale per club e mondiale per nazioni possono correre. Mentre lo scenario del calcio italiano che si va profilando è il seguente: le 12 faranno il loro torneo, la Champions resterà aperta al resto dei club mentre campionato e coppa Italia restano intatti rispetto a oggi.

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