Fdi moltiplica voti e seggi Meloni: "Salvini premier"

Per la leader è possibile solo un governo col centrodestra. E a Torino la Montaruli espugna il fortino di sinistra

Fdi moltiplica voti e seggi Meloni: "Salvini premier"

Nessun inciucio. Giorgia Meloni, forte di un risultato elettorale che ha visto crescere Fratelli d'Italia più del 100 per cento in voti assoluti e aumentare i propri parlamentari del 500 per cento con un balzo in avanti che le fa raggiungere l'obiettivo minimo del 5 per cento fissato in campagna elettorale, ribadisce che «non ci saranno i voti di FdI per un governo diverso dalla coalizione di centrodestra presentata agli elettori».

No a un governo del presidente o di scopo. No anche alle larghe intese o a un esperimento sul modello Gentiloni, al massimo «potremmo appoggiare un governo settimanale, da lunedì a lunedì, per fare la legge elettorale». In passato queste soluzioni non hanno funzionato e adesso è tempo di guardare al futuro, dopo un'elezione che ci «consegna una rivoluzione del panorama politico dove vengono puniti tutti i partiti di governo con una richiesta di grande discontinuità da parte dei cittadini». Il prossimo passaggio per la Meloni deve essere l'incarico al leader della Lega. «Penso che Mattarella - sostiene - debba dare nelle prossime settimane l'incarico esplorativo alla prima coalizione, cioè al centrodestra, e che sia giusto che il nome sia quello di Matteo Salvini. Lo diremo al presidente e ci aspettiamo che Forza Italia faccia la stessa cosa. Faremo del nostro meglio per fare avere una maggioranza a Salvini», magari «tentando di lavorare sui temi e le proposte con dei singoli parlamentari».

Con Silvio Berlusconi nel primo pomeriggio di ieri non ci aveva ancora parlato e con Salvini, che ha già smentito, anche lui, la possibilità di un governo Lega-M5s, si era sentita soltanto al telefono per fargli i complimenti. Con garbo istituzionale la Meloni afferma che «il presidente della Repubblica è il presidente della Repubblica, ma non avrebbe alcun senso che desse l'incarico a Luigi Di Maio quando tutti e tre i partiti confermano l'incarico a Salvini». Secondo la leader di Fratelli d'Italia, dunque, il centrodestra dovrà proporre il nome del segretario della Lega a Mattarella per la formazione del nuovo governo e non c'è motivo perché Forza Italia venga meno agli accordi presi.

È una Meloni raggiante quella che risponde alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa organizzata al comitato elettorale. «Siamo la forza che ha avuto il terzo migliore risultato di queste elezioni - dice - in un panorama in cui tutti gli altri hanno perso. Siamo passato dal 1,98 per cento al 4,3-4,4 per cento dei consensi». Forse si poteva fare anche meglio, ma la leader di FdI ritiene di essere stata un po' penalizzata dal derby interno al centrodestra tra Salvini e Berlusconi». In termini di voti assoluti Fratelli d'Italia è passato dai 666mila del 2013 agli oltre 1,4 milioni di oggi, con relativa crescita della pattuglia parlamentare, che passa dai dodici deputati della scorsa legislatura ai 30/32 di questa, con l'ingresso di una ventina di senatori. Accanto a storici esponenti della destra, come Fabio Rampelli e Ignazio La Russa, ci saranno Daniela Santanchè, Paolo Trancassini, Mauro Rotelli, Marco Marsilio, Massimo Ruspandini, Luca De Carlo, Francesco Lollobrigida, Marco Silvestroni, Isabella Rauti, Marcello Gemmato e numerosi altri. Giorgia Meloni a Latina ha preso più del 40 per cento.

A Torino, città storicamente di sinistra, ha vinto al fotofinish Augusta Montaruli contro la sfidante del Pd. Altre spallate alla sinistra a Perugia con l'elezione di Emanuele Prisco alla Camera, a Ferrara con la vittoria al Senato di Alberto Balboni e a Pistoia con il successo di Patrizio La Pietra.

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