Fdi non torna indietro: sussidio tutto nuovo. I 5 Stelle perdono le staffe. Il Pd: "Avete copiato"

I grillini: "È un reddito a metà, fa schifo". I democratici: è identico al nostro

Fdi non torna indietro: sussidio tutto nuovo. I 5 Stelle perdono le staffe. Il Pd: "Avete copiato"

Il reddito di cittadinanza non sarà rimandato a settembre. Infatti sarà possibile richiedere il sussidio bandiera del M5s solo fino al 31 agosto. Stando alla bozza di riforma trapelata in mattinata, il nuovo strumento si chiamerà Mia, che sta per Misura di inclusione sociale.

Una notizia che disorienta l'opposizione. Giuseppe Conte, che sul Rdc ha costruito tutta la sua campagna elettorale, è rimasto in silenzio. Dopo l'elezione di Elly Schlein alla segreteria del Pd l'avvocato teme di essere scavalcato a sinistra e una riforma del sussidio non così radicale come si attendeva rischia di togliergli un altro argomento. Dal Pd si limitano ad accusare il centrodestra di aver imitato altre misure varate dai dem in passato e Schlein non affonda il colpo. Prudente la maggioranza. Lega e Fi rivendicano con più forza la proposta del Mia, Fratelli d'Italia aspetta il sigillo di Palazzo Chigi. «È positivo che si discuta di una riforma del Rdc che allo stesso tempo non privi i più deboli di una protezione», dice al Giornale un esponente di peso del Carroccio.

Il Ministero del Lavoro precisa che il testo è in fase di studio: «Si tratta di una materia che necessita di un approfondito confronto tecnico e che non permette di considerare un primo draft dell'intervento normativo come valido testo di riferimento per la riforma». Anche il Mef ingrana la retromarcia: «Nessuna bozza sulla riforma del reddito di cittadinanza è all'esame degli uffici».

Una fonte di governo conferma al la natura provvisoria della bozza del Mia. «È sicuro che ci sarà una riforma del Rdc e che ci saranno due platee diverse, il resto può cambiare. Dobbiamo vedere che ne pensa Palazzo Chigi, che ne pensano le regioni e i tecnici», la correzione di rotta. Pesano anche le sensibilità diverse nella maggioranza. La Lega e Forza Italia hanno un'idea di riforma meno radicale, abbastanza vicina alla bozza del Mia trapelata ieri.

Il sottosegretario all'Economia, il leghista Federico Freni rivendica: «Con Mia passiamo dal sussidio alle politiche attive». Però Fdi spinge per una revisione più profonda, soprattutto per quanto riguarda i non occupabili. Il testo arrivato alle agenzie, insomma, ancora non ha ottenuto la bollinatura politica.

Tanto è bastato per far perdere la bussola alle opposizioni. Il M5s di Giuseppe Conte sperava in un approccio più tranchant da parte del governo. «Mantengono una misura contro la povertà, per noi sarebbe più semplice se la eliminassero del tutto», dice a taccuini chiusi un parlamentare stellato. Paolo Ferrara, membro del Consiglio Nazionale del M5s, vicepresidente dell'Assemblea Capitolina e fedelissimo di Virginia Raggi, sbotta: «È un Rdc a metà che fa schifo per intero». Barbara Floridia, capogruppo del M5s al Senato, accusa l'esecutivo di plagio: «E meno male che erano Pronti. Pronti a copiare». Anche il Pd dice che il centrodestra ha copiato. «La destra copia le buone pratiche di inclusione sociale varate dal Pd», attacca la presidente dei deputati dem Debora Serracchiani. Il governatore della Puglia Michele Emiliano ripete il mantra: «È la fotocopia del sussidio pugliese». «Il governo Meloni ha tagliato del 20% i fondi contro la povertà, senza soldi è come fare le nozze con i fichi secchi», twitta il senatore del Pd Antonio Misiani.

Divisi i sindacati. La Cisl chiede un tavolo per discutere la riforma. La Cgil e la Uil respingono la bozza. Il Codacons sintetizza: «Il Rdc è costato alle casse statali 27,8 miliardi di euro». E forse questo è il punto.

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