Ancora una volta ci tocca assistere allo scontro fra la violenza e la conoscenza. La prima molto più semplice e sbrigativa. La seconda più complicata e faticosa. E ho pochi dubbi che, ancora una volta, vincerà la prima. Neanche una potenza invisibile e letale come il Coronavirus ci ha convinti che, con la natura, è necessario un patto di rispetto altrimenti si spezza un anello deteriorato dall'altra parte del mondo e il potere dell'uomo diventa quello di un re nudo.
Padre e figlio, esperti cacciatori, camminavano su un sentiero del Monte Pellier in Trentino quando, dalla boscaglia, è spuntato un orso. Non è chiaro se il ragazzo si sia messo a correre e urlare, fatto sta che il plantigrado lo ha assalito e di mezzo ci si è messo il padre, nel tentativo di difendere il figlio. Mentre il giovane non ha ricevuto ferite rilevanti, il padre è stato ricoverato per una frattura e alcune lesioni sugli arti. In tutto il Trentino si calcola che ci sia una popolazione di circa 90 orsi, numeri più che accettabili per un vasto territorio boscoso di montagna che vede una storica tradizione di turisti, muniti di binocoli, macinare chilometri per una vita intera senza riuscire ad avvistare neanche l'ombra di un plantigrado. Ricordo, negli anni 60, di essere andato più volte nella splendida Val di Genova, dove si aggiravano quattro orsi. Mai visto uno. Andare in montagna, per chi non è esperto, può essere pericoloso. Si può sollevare una pietra con una mano (mai farlo!) e trovarsi davanti la testa di una vipera, si può scivolare in una pietraia, ci si può perdere, si può essere punti da una vespa selvatica, si può sbagliare a cogliere funghi. Tutto dipende da cultura, conoscenza ed esperienza, associate a un termine che fa rima: prudenza. Pochi giorni fa un ragazzino di dieci anni ha incontrato un orso e ignorandolo, con il suo passo lento e silenzioso, lo ha convinto che non costituiva alcun pericolo. E infatti l'orso se n'è andato per la sua strada e il ragazzino, immortalato in un video, ci ha insegnato come ci si comporta.
Fatto sta che l'ordinanza del presidente trentino per abbatterlo è già pronta e c'è chi sta oliando
i fucili. Pochi giorni per individuare la probabile mamma orsa, un colpo secco tra gli occhi e la «nostra» legge è ristabilita. ma gli animalisti sono sul piede di guerra. E l'Oipa annuncia: «Faremo ricorso per salvarlo».
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