La figuraccia delle Sardine: "Aldo Moro ucciso dalla mafia"

Il messaggio, poi cancellato, è stato lanciato dalla pagina Twitter "6000 Sardine" nel Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale

La figuraccia delle Sardine: "Aldo Moro ucciso dalla mafia"

Altro che Brigate Rosse. Secondo le Sardine ad uccidere Aldo Moro è stata la mafia. La sorprendente imprecisione storica che ha riscritto, anche se per poco tempo, una delle pagine più buie d’Italia è apparsa questa mattina nell’account ufficiale del movimento.

"La notte del 9 maggio 78 fu l’emblema di un Paese che stava per cedere al baratro. In un’epoca dove l’assenza di memoria è uno dei nemici peggiori di questo Paese, vale sempre la pena ricordare #AldoMoro e #PeppinoImpastato ammazzati dalla Mafia", è il messaggio lanciato sul social dalla pagina ufficiale "6000 Sardine" nel Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale.

Un errore che, ovviamente, non è passato inosservato tanto che poco dopo il tweet è stato cancellato e sullo stesso account è apparso un altro messaggio con tanto di scuse: "Un tweet uscito per errore, non pronto per la pubblicazione. Perdonateci. La parola ‘ammazzati’ doveva essere al singolare. Solo Impastato è stato ucciso dalla mafia. Un grave errore di battitura, mai metteremmo in dubbio la storia e condanniamo l’operato della mafia e delle BR".

Per le Sardine non sono mancate polemiche ed ironie. Paolo Grimoldi, deputato della Lega e segretario della Lega Lombarda Salvini Premier, ha sottolineato l’errore affermando: "Le Sardine sono davvero i nuovi Cinque Stelle. Improvvisati e impreparati. Se pensano che Moro sia stato ucciso dalla mafia sono sulla strada giusta per essere i nuovi Fioramonti e Toninelli...".

Il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale è una ricorrenza della Repubblica Italiana istituita con la legge 4 maggio 2007. Essa viene celebrata il 9 maggio di ogni anno in considerazione del fatto che il 9 maggio 1978 furono uccisi sia Peppino Impastato che Aldo Moro: il primo per mano della mafia, il secondo per mano delle Brigate Rosse dopo essere stato rapito il 16 marzo dello stesso anno.

"Ricordare è un dovere. Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l’assetto costituzionale, le complicità e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato, le debolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall’espandersi del clima di violenza", è stato il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo.

"Tragicamente lunga – ha sottolineato il capo dello Stato - è la sequela delle persone uccise negli anni di piombo: servitori dello Stato, donne e uomini eletti a simbolo di funzioni pubbliche, cittadini impegnati nella vita sociale, testimoni coerenti che non hanno ceduto al ricatto". Mattarella ha anche parlato di "un legame della memoria" che "rinnova e rafforza il sentimento di solidarietà con i familiari, ma richiama anche un impegno che vale per l'intera comunità".

Mattarella si è soffermato anche sulla tragica vicenda di Aldo Moro. "La barbarie brigatista giunse allora all’apice dell’aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini”.

“Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita — ha aggiunto il capo dello Stato — ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro".

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