Schierati come Immacolati, gli ormai arcinoti condottieri nati dalla penna di George R. R. Martin, nella saga Il Trono di Spade. Sono dalla parte di chi produce: artigiani, commercianti, imprenditori. Ma vicini anche ad avvocati, artisti, professionisti. Non è un caso. Perché queste solo le categorie che più di altre stanno soffrendo la crisi. O rischiano un lavoro. È chi arranca per colpa di una malattia sconosciuta: il coronavirus. Sono circa 70. Sono deputati, senatori ed europarlamentari di Fratelli d’Italia che hanno partecipato a un flash mob davanti Palazzo Chigi con cartelli e bandiere tricolore. La manifestazione - che si è svolta sul modello israeliano e cioè rispettando rigorosamente le distanze di sicurezza, in base alle disposizioni sanitarie della lotta al Covid-19 - è stata organizzata dal partito di Giorgia Meloni per chiedere il rispetto della Costituzione.
Si tratta della prima protesta di piazza, ai tempi del coronavirus, per Fratelli d’Italia. A rompere gli indugi, in segno di protesta, è stata proprio la Meloni. Nel pomeriggio, infatti, la leader di FdI ha guidato i propri parlamentari e i consiglieri regionali del Lazio in Piazza Colonna e li ha schierati, con le mascherine tricolori e a distanza di due metri, di fronte alla sede del governo. Palazzo Chigi. Una scelta che ricalca quanto accaduto nei giorni scorsi a Tel Aviv in Israele, dove alcuni cittadini hanno occupato pacificamente piazza Yitzhak Rabin, mantenendo le distanze di sicurezza, per protestare contro l’esecutivo.
"Siamo davanti a Palazzo Chigi, con i parlamentari e i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia. Rigorosamente a distanza di 2 metri l’uno dall’altro, con mascherine e guanti, e un cartello in mano". Queste le parole della leader di Fratelli d’Italia durante la manifestazione. "Ognuno di loro rappresenta una delle categorie che oggi soffre e rischia di non avere un futuro", spiega Meloni. "Ognuno di loro rappresenta molti italiani che avrebbero voluto venire qui per dire che hanno paura e vogliono risposte dalla politica".
Parla della fase due, nella quale, siamo piombati senza alcun consenso delle Camere: "Siamo pronti a fare la nostra parte. Non siamo qui solo per dire che non siamo d’accordo. Il punto è che non c’è un luogo dove discuterne. Vogliamo dare una mano. Ma il Parlamento non decide nulla: ci sono quattro persone che si chiudono dentro una stanza e decidono della libertà, del destino e dei diritti fondamentali di milioni di persone. La fase due si deve discutere e votare in Parlamento.
Vogliamo fare la nostra parte, qualcuno deve darci la possibilità di contribuire perché non resteremo a guardare mentre centinaia di migliaia di persone rischiano il futuro". Questa rappresentata è un pezzo d’Italia. Una fetta di popolo che non ci sta. Ma che è pronta a fare proposte per il bene del Paese. E dei suoi cittadini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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