
Non una banda, non un criminale seriale. «Fleximan», l'eroe dei pizzicati dagli autovelox e il mito dei social che tra il 2023 e lo scorso gennaio ha messo al tappeto i dispositivi di rilevazione della velocità nel Nord Est è un operaio metalmeccanico 42enne originario di Este, nel Padovano. Enrico Mantoan, ex militante di Forza Nuova residente nel Delta del Po è ora accusato per danneggiamento aggravato dalla procura di Rovigo, che ha chiuso le indagini sugli abbattimenti di sette autovelox nel Polesine. L'uomo era già indagato per i primi cinque abbattimenti ed ora sono contestati anche gli ultimi due in ordine di tempo.
I raid contro i rilevatori di velocità avevano destato una particolare eco nella provincia rodigina, una ventina dal 2023: una figura misteriosa, ribattezzata «Fleximan», era rimasta per mesi una sorta di primula rossa. Ma dopo mesi di indagini i carabinieri sono riusciti a scovarlo: sono sette i casi per i quali la procura ha accusato l'uomo, che secondo i magistrati avrebbe agito «in concorso con ignoti, recidendo con uno strumento da taglio più autovelox siti lungo strade statali, regionali, provinciali». Il tour di «Fleximan» era cominciato a Bosaro il 19 maggio 2023 ed era poi proseguito la vigilia di Natale dello stesso anno a Corbola e Taglio di Po. Qualche giorno dopo, il 3 gennaio del 2024, un altro raid a Rosolina, poi una lunga pausa e il 17 dicembre dello stesso anno tocca ad Ariano Polesine. L'ultimo abbattimento risale al 29 gennaio scorso a Taglio di Po. L'obiettivo, secondo i magistrati, era mirato: distruggere, deteriore e rendere «del tutto inservibile i dispositivi di rilevazione della velocità».
Le indagini sono state delegate dalla procura di Rovigo ai carabinieri di Adria, Nucleo Operativo Radiomobile, che hanno eseguito accertamenti sui luoghi e varchi e hanno lavorato sui riscontri su tabulati e celle per restringere il campo dei sospetti sul 42enne. Ma nel frattempo gli investigatori avevano anche compiuto perquisizioni e sequestri di oggetti che hanno avvalorato le ipotesi di accusa. Due i reati contestati a Mantoan, che ora andrà a processo: il primo, appunto, è danneggiamento aggravato a beni esposti per necessità o consuetudine alla pubblica fede in concorso con ignoti «per aver reciso si legge in una nota della procura di Rovigo - con uno strumento da taglio più autovelox». Il secondo è interruzione di un pubblico servizio, reato commesso «in occasione si legge nella nota della procura rodigina - delle condotte di danneggiamento, con cui era cagionata l'interruzione di un servizio pubblico in relazione alla attività di sorveglianza e repressione di violazioni del codice della strada nei territori di competenza dei comuni in cui erano avvenuti i danneggiamenti degli autovelox; con recidiva».
Ecco perché è importante che tutti i comuni siano indicati come persone offese. Svelata l'identità di «Fleximan», si cercano ora i complici dei raid. Ma l'esempio del 42enne nel frattempo ha fatto breccia in tutta Italia: nell'ultimo biennio dal Piemonte alla Calabria è stato un climax di sabotaggi alle odiate macchinette fabbrica-multe.
L'apice era stato raggiunto nel Padovano, quando sulla statale 307 del Santo qualcuno piazzò della miscela esplosiva alla base del pozzetto e fece saltare in aria l'autovelox. A rimanere in piedi solo la struttura e il tubo di sostegno, ma la deflagrazione produsse una fiammata che rese inutilizzabile il rilevatore di velocità.
E chi più ne ha, più ne metta.
E chi più ne ha, più ne metta.