Il Mediterraneo pullula di imbarcazioni stracolme di migranti che puntano verso le coste siciliane e calabresi. È una marea che parte dall'Africa. Inarrestabile. Un flusso continuo che si riversa sulle nostre coste e qui resterà, sempre che non si svegli lo spirito di solidarietà su base volontaria dei paesi dell'Ue. Ma appare mera utopia visto come sono andate finora le cose. Dopo una breve pausa dovuta alle cattive condizioni del tempo, sono ripresi gli approdi. A Lampedusa ieri sono arrivati in diversi sbarchi 123 migranti. C'è una sola donna e sono 8 i minori, di cui uno con una patologia grave, accompagnato dal papà. Sono partiti sia dalla Tunisia, come un gruppetto di 10 tunisini salpato da El Mahdia e soccorso dalla guardia di finanza, o un altro di 16 tunisini partito da Chebba su una barca in legno di 6 metri, sia dalla Libia, come 42 migranti partiti da Sabrata, che sono stati intercettati in mare dalla guardia costiera, che li ha trasbordati lasciando la barca alla deriva. E l'hotspot, svuotato, inizia nuovamente a riempirsi.
A Crotone si è registrato il terzo sbarco degli ultimi dieci giorni. Il 18 e 19 maggio, infatti, erano arrivati 138 migranti soccorsi dal pattugliatore Bojador della guardia nazionale portoghese che opera nel sistema di sorveglianza di Frontex, e poi altri 87 che viaggiavano a bordo di un veliero, scortato fino in porto dalla guardia costiera. Ieri, poco dopo la mezzanotte, il terzo sbarco a Crotone di 151 migranti soccorsi al largo della Calabria sempre dal pattugliatore portoghese. A intercettarli è stata una motovedetta della guardia costiera. Da questa, poi, i migranti sono stati trasbordati sulla nave militare e condotti in porto. I 151 migranti sono tutti uomini e tra loro ci sono 34 minori non accompagnati, provenienti da Pakistan ed Egitto. Sono salpati dalle coste turche circa 5 giorni prima di venire intercettati in mare. Una volta giunti in porto, sono stati visitati, come da protocollo, dai medici dell'Asp e, essendo tutti in buone condizioni di salute, sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto.
Si attende per domattina l'arrivo nel porto di Bari dei 602 migranti, tra cui 151 minori e 11 donne, che sabato sono stati presi a bordo dalla Geo Barents di Medici senza frontiere al largo della Sicilia su indicazione del Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo italiano. Le operazioni di soccorso sono durate oltre 3 ore. La designazione del porto non è stata presa gioiosamente dalla Ong in quanto Bari distava 40 ore di navigazione dalla posizione della nave.
Anche la Humanity 1, che ha preso a bordo il 26 maggio 88 migranti che si trovavano su una barca di legno partita da Tobruk, in Libia, non ha celato il proprio disappunto di dovere raggiungere Livorno, «un approdo lontano 1.400 chilometri da dove siamo scrive la Ong -. Ci vogliono almeno 4 giorni di navigazione». Lo sbarco è previsto, anch'esso, per domattina.
Le Ong lamentano la decisione del Viminale di spalmare gli sbarchi nei vari porti italiani per non gravare su quelli già oberati della Sicilia in primis e della Calabria. Non si hanno ancora notizie certe del barcone con 500 migranti segnalato giorni fa da Alarm Phone, in soccorso del quale era partita Life Support di Emergency. Non ci sono neanche segnali di naufragio né il barcone, partito dalla Libia, ha raggiunto l'Italia, per cui l'ipotesi più accreditata è che sia stato intercettato dalla guardia costiera libica e respinto indietro.
È quello che sostengono i parenti dei passeggeri che ritengono che i propri cari siano imprigionati a Bengasi. «Se è vero scrive Alarm Phone in un tweet - è stato un atto criminale di respingimento dal centro delle autorità maltesi. Chiediamo chiarimenti. Chi era responsabile?».
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