«Abbiamo già un'opera progettata con i preliminari definiti ed è immediatamente cantierabile. Il tunnel è progettualmente da costruire e, soprattutto, in una zona ad altissima sismicità». Enrico Michetti, docente di Diritto pubblico all'Università di Cassino, è scettico sulla possibilità di realizzare un'alternativa sottomarina al Ponte sullo Stretto e ritiene che il governo stia solo cercando di guadagnare tempo. «Non esiste da nessun'altra parte del mondo un ponte a campata unica con torrioni strallati di 380 metri d'altezza e una lunghezza di 3 chilometri», aggiungendo che «del tunnel si è sempre parlato ma il progetto era stato abbandonato perché, collocato sotto l'alveo marino, insisterebbe su un territorio ad altissima sismicità». Sulla faglia di Sant'Andrea in California, sottolinea, «ci sono ponti, non tunnel». Si spezzerebbe «come un cracker dopo qualche anno», ha osservato il presidente dell'Ordine egli ingegneri di Milano Bruno Finzi, ribadendo che «il ponte a campata unica è la soluzione più sostenibile dal punto di vista ingegneristico».
L'unica convenienza di un'infrastruttura sottomarina è rappresentata dal costo di realizzazione. «Il tunnel potrebbe costare meno, in quanto le opere di perforazione sono generalmente meno costose rispetto ai lavori in quota», osserva Michetti. E, in effetti, Giovanni Saccà, estensore del progetto di tunnel attualmente al vaglio del ministero delle Infrastrutture, ha evidenziato che «il tunnel verrebbe realizzato in circa 5 anni, con un esborso di 1,5 miliardi» cui «bisognerà aggiungere il costo di tutte le opere accessorie che dovranno essere realizzate sia in Calabria sia in Sicilia (nuove stazioni, ecc) e ovviamente le opere compensative che verranno richieste». Il costo, pertanto, potrebbe essere inferiore della metà a quello del Ponte per la cui realizzazione si stimava un costo di circa 4 miliardi di euro. Tuttavia, il progetto di Saccà è destinato esclusivamente al collegamento ferroviario, mentre per il traffico su gomma bisognerebbe realizzare un secondo tunnel.
Michetti, tuttavia, ritiene che i tempi sarebbero destinati ad allungarsi se si scegliesse la strada del «tunnel di Archimede». «L'opera - afferma - richiede il progetto preliminare, il progetto definitivo e, infine, il progetto esecutivo con annesso ottenimento della Via: tutto questo può portare via dai 5 ai 10 anni». Anche se accelerate, prosegue, «le procedure istruttorie sono raffinate e rigorose: servono anni, mentre il Ponte è già pronto». E se ci si accorgesse che il tunnel non è fattibile? «Vorrei capire se Conte lo fa per prendere tempo e mantenere il Mezzogiorno così com'è quando nel 2025 si potrebbe invece inaugurare il Ponte sullo Stretto», rimarca Michetti ricordando che «il Ponte è già finanziato ed insiste sul corridoio Ten-T Berlino-Palermo e quindi potrebbe accedere a un finanziamento europeo fino al 50% dei costi con ritorni occupazionali straordinari».
Perdere anni significa perdere milioni «perché gli espropri vengono a costare di più», continua Michetti notando come il governo debba «decidere di tutto quello che ruota attorno al Ponte: dal turismo alle attività di ingegneristica».
Con la grande opera che sarebbe realizzata dal consorzio Eurolink (capitanata da WeBuild, ex Salini Impregilo) «si porta la Sicilia in otto ore nel cuore dell'Europa, anche commercialmente, e si rivitalizza una parte del Paese».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.