Forteto, la rossa Toscana taglia i fondi a Legacoop

L'aut aut della giunta: stop ai rapporti se non partecipa alla commissione d'inchiesta sugli abusi

Forteto, la rossa Toscana taglia i fondi a Legacoop

Una regione rossa che taglia i ponti con Legacoop non s'era mai vista. Dall'altra sera l'impossibile è avvenuto: la giunta toscana, terra di Matteo Renzi, è impegnata «a sospendere qualsiasi rapporto economico e politico della regione con i vertici di Legacoop e Confcooperative». Il motivo è che le coop non vogliono collaborare con la nuova commissione d'inchiesta regionale sul Forteto. Ora si trovano di fronte a un aut aut: o concordano con la commissione una data per l'audizione «in merito alla loro posizione sui gravi fatti accertati al Forteto», oppure i rapporti con la regione si interrompono.Il Forteto è la comunità di accoglienza (per così dire) legata a una cooperativa agricola rossa del Mugello i cui vertici (16 persone) sono stati condannati per un'orrenda catena di abusi e violenze sui minori ospitati. Proprio la regione Toscana, con una commissione d'inchiesta presieduta dall'azzurro Stefano Mugnai, aveva aperto la strada alle indagini della procura fiorentina. Dopo le condanne la regione ha istituito una nuova commissione inquirente per fare luce sugli appoggi politici e istituzionali (se non su connivenze e complicità) di cui godeva il Forteto.Nei tre mesi di lavoro della commissione bis le coop sono sgusciate via come anguille. L'atteggiamento sfuggente è stato denunciato in consiglio regionale da due capigruppo dell'opposizione, Giovanni Donzelli (Fratelli d'Italia) e lo stesso Mugnai (Forza Italia), che hanno proposto un ordine del giorno approvato all'unanimità dall'assemblea.Se non vorranno perdere «qualsiasi rapporto politico ed economico» con la regione, le società affiliate a Legacoop e Confcooperative dovranno «relazionare sul loro atteggiamento passato e presente sulla comunità degli abusi, sgomberando il campo dai pesanti equivoci che permangono». Ancora oggi «molti dei 16 condannati vivono e lavorano al Forteto, quattro membri su cinque del consiglio di amministrazione hanno testimoniato in favore di Rodolfo Fiesoli e i suoi al recente processo».Spiegano Donzelli e Mugnai: «È un fatto gravissimo che Legacoop, cui è affiliato il Forteto, continui a fare muro. Insieme a Confcooperative ha a più riprese espresso posizioni contrarie al commissariamento della struttura sostenendo l'insostenibile distinzione fra cooperativa e comunità, tesi smentita dai giudici: il Forteto è una vera e propria setta» da commissariare. Fra gli abusi «commessi a accertati» a carico dei vertici del Forteto (il «profeta» Rodolfo Fiesoli è il capo) ci sono anche gravi violazioni del diritti dei lavoratori e sfruttamento del lavoro, anche minorile». E toccava alle centrali coop controllare.

Donzelli e Mugnai avanzano sospetti anche sul ministro del Lavoro Giuliano Poletti, presidente nazionale di Legacoop dal 2002 al 2014: «Non vorremmo che giocasse un ruolo importante, influenzando gravemente il governo e l'intero Pd».

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