Sono trascorsi quattro mesi da quando venne annunciato il ritorno di Letizia Moratti nell'alveo del centrodestra, dodici anni dopo lo strappo con l'allora Popolo delle Libertà, e la sua nomina alla guida della Consulta del segretario di Forza Italia. L'idea di fondo? Costruire uno strumento in grado di riavvicinare la politica ai cittadini e alle categorie produttive, rafforzando la capacità del partito azzurro di ascoltare, attraverso un confronto continuo con la società civile.
Ieri è arrivato il primo passo concreto: la presentazione di dodici temi programmatici, un elenco di priorità stilato in vista del Congresso nazionale, in programma a Roma il 23 e 24 febbraio, dodici aree tematiche che - come spiegato ieri alla Camera dalla stessa Moratti e da Antonio Tajani, - sono state esaminate sia rispetto al contesto nazionale che a quello internazionale.
I temi vanno dalla sanità all'energia, all'intelligenza artificiale, dalle infrastrutture alla pubblica amministrazione, alla giustizia, e poi lavoro, fisco, economia e governance dell'Unione Europea. Quelle presentate, ha spiegato l'ex sindaca di Milano, sono proposte con «un orizzonte temporale non breve» ma che vanno «nella direzione del medio periodo». Il documento «verrà consegnato ai tre gruppi parlamentari di Camera, Senato, Parlamento Ue, e ai dipartimenti, perché possa essere esaminato e accolto come base per la nostra attività congressuale. In vista del congresso nazionale - ha continuato il ministro degli Esteri - ho chiesto a Letizia Moratti di raccogliere una serie di suggerimenti che il mondo esterno fa a Forza Italia perché se ne faccia carico e ne possa discutere durante il congresso. L'obiettivo della Consulta è quello di essere un ponte tra la società civile e noi. In questi 15 giorni che precedono il Congresso c'è un dibattito interno che vogliamo far sì che permetta a Forza Italia di essere un partito aperto che aggrega e chiede al mondo esterno di darci idee e perché no, di fare critiche». L'ambizione è creare un «progetto per l'Italia di domani» e tornare a identificare Forza Italia come il partito dei contenuti, dovendo ridefinire l'identità su canoni diversi da quelli che l'hanno caratterizzata nell'arco dei suoi primi trent'anni, non potendo più contare sul traino e sul carisma di Silvio Berlusconi.
Nel merito il documento tocca il tema della giustizia, ribadendo la necessità di una separazione delle carriere e di tempi ragionevoli per la giustizia civile, perché «la nostra battaglia per una giustizia giusta non era una battaglia per Berlusconi, ma era una battaglia che Berlusconi faceva per il popolo italiano». Sulla situazione nelle carceri «noi siamo per la certezza della pena, ma il rispetto del detenuto come persona deve sempre esserci: riguarda non solo la signora Salis, ma tutti i detenuti. Dobbiamo evitare i suicidi in carcere e far sì che sia rispettata la dignità degli agenti della Polizia penitenziaria. Durante la riunione della Consulta abbiamo discusso anche della questione dei tassi di interesse, che devono essere assolutamente abbassati dalla Banca centrale europea», ha continuato Tajani. Inoltre abbiamo condiviso «appieno quello che ha detto il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, e le parole del presidente dell'Abi, Antonio Patuelli.
Abbassare i tassi di interesse è una decisione di buonsenso che aiuta le imprese, l'industria, l'agricoltura e le famiglie». Spazio, infine, all'agricoltura, «un comparto fondamentale per cui c'è bisogno di una visione strategica, che affronti i temi della siccità e dell'accesso al credito».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.