Forza Italia archivia i contrasti e lancia da Napoli la volata per le politiche. È il ministro del Sud Mara Carfagna, leader di fatto del «partito draghiano» in Forza Italia, che sigla la tregua, entrando alla kermesse azzurra: «La presenza di Silvio Berlusconi alla convention di Napoli di Forza Italia è un segnale molto bello e nessuno vuole deturparla alimentando polemiche».
L'invito a superare le fibrillazioni arriva anche dalla senatrice Licia Ronzulli, giunta all'evento nel tardo pomeriggio in compagnia del presidente del Piemonte Alberto Cirio: «Io non penso mai che le polemiche possano aiutare un partito a crescere, anzi». Polemiche alle spalle. Nel partito degli azzurri si gioca una doppia partita. «Il vero terreno di scontro - spiega un parlamentare azzurro è sulla legge elettorale. La fronda governista vuole il ritorno al proporzionale per smarcarsi dall'abbraccio con la destra. Più timida sull'addio al maggioritario è l'area che fa capo a Tajani e Ronzulli». È questo il nodo da sciogliere. Alle porte ci sono le Politiche. Ecco la seconda partita: i governisti temono di essere depennati dalle liste dal nuovo cerchio di comando. Temono vendette e decapitazioni. «Ma un anno è un tempo lunghissimo», assicura un parlamentare dell'ala governista. Getta acqua sul fuoco anche il ministro Renato Brunetta, arrivato con largo anticipo a Napoli. Viene interpretato come un segnale di distensione. «In Forza Italia meno fibrillazioni che all'interno del Movimento 5 Stelle. Dentro tutti i partiti ci sono discussioni. Dentro Forza Italia, vi svelo un segreto, ci sono discussioni dall'inizio, da 25 anni», sorride Brunetta. Nel suo intervento insiste su due punti: ripensare l'Europa e non perdere il treno Pnrr. Però avverte: «Far saltare il governo in questo momento significherebbe far saltare il Pnrr, la nostra credibilità la nostra faccia, tornare l'Italietta di una volta». Messaggio identico arriva dal ministro Carfagna, sollecitata dal direttore del Giornale Augusto Minzolini sui malumori nel governo sul Dl Concorrenza: «Esistono scadenze da rispettare, abbiamo fatto un patto con l'Europa. Se non rispettiamo il patto, si rischia di perdere i fondi. La riforma delle concessioni dei balneari non è un capriccio c'è una sentenza. Altro tempo non servirà a trovare una mediazione migliore». Il ministro Carfagna, reduce dalla due giorni di Sorrento assicura che «i fondi per il Mezzogiorno, previsti dal Pnrr, saranno spesi». Antonio Tajani detta i tempi e introduce gli ospiti. L'organizzazione è affidata all'europarlamentare Fulvio Martusciello. Tra un richiamo e l'altro, Tajani lancia una frecciatina al governo: «Sui balneari faremo la nostra battaglia in Europa». Il finale è affidato al ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, terzo tenore dei governisti, al centro delle polemiche nei giorni scorsi dopo la nomina della senatrice Ronzulli alla guida del partito in Lombardia. Nessun accenno alla lite ma un intervento carico di contenuti sulle opportunità per le Regioni con i soldi del Pnrr: «La parola concorrenza non può spaventare Fi».
Tra i corridoi della mostra d'Oltremare si intravedono meno bandiere azzurre, più simboli del Partito popolare europeo: è il tratto che segna il nuovo corso azzurro. Nel segno dell'Europa prende il via a Napoli, nella location della Mostra d'Oltremare, un tempio del Pdl, la seconda tappa (dopo Roma) della convention «L'Italia del Futuro». Nella prima parte della «leopolda azzurra» c'è spazio per i saluti dei vertici delle Istituzioni europee: Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, Donald Tusk, presidente del Ppe, Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo. Poi si continua con una carrellata di interventi da parte del gruppo azzurro in Europa introdotti da Tajani, che non rinuncia nel break di fare un salto al murales di Maradona.
«L'Europa è pronta con progetti, idee e finanziamenti per migliorare la vita dei malati e portare la sanità italiana al livello dei paesi più avanzati» - annuncia l'europarlamentare Luisa Regimenti. I riflettori sono puntati sui panel pomeridiani: sul palco napoletano sfila l'ala governista: i ministri Brunetta, Carfagna e Gelmini depongono le armi. È il momento della conciliazione. Oggi tocca a Berlusconi.
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