Il "laboratorio Sicilia" e l'asse FI-Iv: cosa può succedere

Bagliori di un'intesa in Sicilia, dove Forza Italia ed Italia Viva potrebbero dare vita ad un integruppo. Cosa accade al centro dello scacchiere politico

Il "laboratorio Sicilia" e l'asse FI-Iv: cosa può succedere

Per ora è un esperimento con una porta aperta sul futuro: in Sicilia, Forza Italia e Italia Viva potrebbero presto costituire un integruppo al Parlamento regionale. L'Ars può essere un punto di partenza. Poi si vedrà. Tutto ruota attorno a due deputati regionali: Nicola D'Agostino e Edmondo Tamajo. Il duo, che fa riferimento a Matteo Renzi, fa parte della lista "Sicilia Futura".

Per l'ex ministro Gianfranco Micciché, Nicola D'Agostino ed Edmondo Tamajo stanno per aderire a Forza Italia. Sarà, in caso, un passaggio filtrato dalla volontà del leader d'Iv. Da qui, l'idea di un "Laboratorio Sicilia" - come viene chiamato su più organi di stampa - che ventila una seconda intesa: quella per le amministrative palermitane e per le Regionali. É presto, ma qualcosa si muove verso quella "direzione comune" individuata da Ettore Rosato qualche settimana fa, in un virgolettato rilasciato a IlGiornale.it. Qualcuno già la chiama "Forza Italia Viva". Il presidente dell'Assemblea regionale della Regione Sicilia Gianfranco Micciché ha detto a Repubblica che "i matrimoni si celebrano a Roma" e che il suo scopo odierno è "rafforzare Forza Italia".

Il leader d'Iv, dal canto suo, insiste a livello nazionale sul dare rappresentanza all'azione ed al pragmatismo di Mario Draghi, in aperto contrasto con il populismo del MoVimento 5 Stelle e con il sovranismo di Fdi e Lega. "L’area riformista (dai moderati che non vogliono Salvini e Meloni, fino ai democratici che non vogliono morire grillini) è fortissima. Sia dove vinciamo, sia dove facciamo testimonianza, i risultati sono molto buoni. E questo è fondamentale in vista del 2023", ha scritto via social l'ex PdC, subito dopo il primo turno delle amministrative. Più che un'adesione al centrodestra, sembra uno schema da "terzo polo". Questo è uno dei contenuti del post social che Renzi ha scritto in seguito al primo turno delle elezioni amministrative. L'ex premier, qualche settimana fa, ha incontrato pure il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, oltre che il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.

Poi c'è un tema divenuto di stretta attualità con la tornata appena conclusa: è tornata la maggioranza silenziosa. I candidati centristi convincono, mentre la liberaldemocrazia può trasformarsi in sostanza partitica. Carlo Calenda ha perso a Roma al primo turno, ma il risultato è di rilievo: la sua è la prima lista della capitale. Clemente Mastella è stato rieletto sindaco di Benevento e ora chiede, con tutte le ufficialità del caso, a Renzi ed al leader di Azione di ricostruire il centro insieme. Il centrodestra, dal canto suo, vince se presenta candidati moderati: Roberto Occhiuto per la Regione Calabria e Roberto Di Piazza per lo scranno più alto di Trieste sono i due esempi lampanti.

Come se non bastasse, attorno ad un'area così possono gravitare l' Udc, + Europa ed altre formazioni. Dalla Sicilia al piano nazionale il passo è lungo. Ma c'è chi non chiude alla ipotesi. "La Sicilia è da sempre un laboratorio politico in cui si sperimentano e si anticipano scenari futuri - dice al Giornale.it la senatrice Gabriella Giammanco - .

Da noi Forza Italia ha consensi a due cifre e ottimi rapporti con i movimenti centristi che sul nostro territorio sono molto forti". Poi la Giammanco prende posizione sui renziani: "Anche Italia Viva ha una bella realtà, correre insieme ai prossimi appuntamenti elettorali potrebbe riservarci delle ottime sorprese", chiosa la parlamentare di Fi.

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