Matteo Perego, sottosegretario azzurro alla Difesa da pochi giorni e proprio nel momento storico in cui l'Europa è sconvolta da una guerra che può diventare mondiale. Come affronta questo compito?
«Sono molto orgoglioso di aver assunto questo incarico, perché nella precedente legislatura e come responsabile Difesa del mio partito, Forza Italia, ho sempre avuto a cuore le nostre Forze Armate, di cui sono convinto sostenitore: sia per l'eccellente livello professionale sia per il continuo contributo alla sicurezza del nostro Paese. Sono fermamente convinto che sia necessario continuare ad investire in uno strumento militare difensivo ed efficace, anche a supporto dell'industria nazionale del settore, patrimonio da tutelare e far crescere».
Le due manifestazioni di sabato mostrano un'Italia divisa, dove una maggioranza silenziosa cerca solo di limitare i danni. A Roma si gridava anche «Fuori l'Italia dalla Nato, fuori la Nato dall'Italia».
«L'Italia è un grande Paese del G7, ancorato saldamente all'Occidente e all'Alleanza Atlantica: gli italiani ci chiedono di onorare la nostra storica appartenenza alla famiglia delle democrazie occidentali. La Nato, pur non essendoci un coinvolgimento diretto, sta facendo molto per l'Ucraina. Penso che la cosa più importante ora sia la fine di questa guerra, poi un nuovo equilibrio internazionale può essere consolidato con l'ingresso dell'Ucraina nell'alveo della comunità occidentale, con la consapevolezza tuttavia che il dialogo fra Occidente ed Oriente è fondamentale per garantire pace, stabilità e crescita».
Il leader di Fi, Silvio Berlusconi, ha proposto un grande piano per la ricostruzione dell'Ucraina. Che prospettive ci sono?
«Il suggerimento del Presidente Berlusconi di sostenere finanziariamente la ricostruzione dell'Ucraina da parte dell'Occidente e magari anche da parte della Cina è certamente un importante suggerimento. Il conflitto deve essere assolutamente fermato: bisogna guardare non solo all'oggi, ma anche al domani. La prospettiva di un pieno sostegno nella ricostruzione del Paese può essere la leva per facilitare l'apertura di un tavolo negoziale».
I 5 decreti del governo Draghi per l'invio delle armi in Ucraina sono stati votati dai 5S, come dagli altri partiti della maggioranza. Perché secondo lei ora Giuseppe Conte quasi minaccia l'esecutivo intimando che il prossimo provvedimento passi per il parlamento?
«Ha ragione il ministro Crosetto quando parla di un'interpretazione personalistica delle istituzioni da parte di Conte. Sarà il parlamento a decidere, com'è legittimo che sia, sul prossimo eventuale pacchetto di aiuti militari all'Ucraina. Se, per opportunismo, il M5S votasse contro l'invio di nuove armi all'Ucraina non ne sarei stupito. Forza Italia, invece è sempre stata coerente, in pieno accordo per trent'anni con l'Europa, la Nato e gli Stati Uniti».
Le prime scelte del governo Meloni, dai rave party alle navi delle ong, scatenano polemiche: si è partiti bene?
«Credo che i primi interventi del governo siano stati nella giusta direzione, e condivido la linea del governo sia nel rivedere in meglio norme vecchie di decenni (il cosiddetto decreto rave), sia nell'affrontare di petto un fenomeno epocale come quello dei flussi migratori che l'Italia non può affrontare da sola. Per l'accoglienza dei migranti si deve arrivare ad un accordo con l'Europa che preveda la distribuzione dei migranti in tutti i Paesi europei, in base a una percentuale uguale per tutti e calcolata sulla popolazione di ciascun Paese».
La posizione di Fi nella maggioranza è anche di garanzia di europeismo e atlantismo, ci saranno difficoltà con gli alleati?
«La storia di Forza Italia e del Presidente Berlusconi garantiscono l'europeismo e l'atlantismo di questo governo. Voglio ricordare il cosiddetto Berlusconi day del 2006, quando il Congresso americano riservò otto standing ovation al nostro Presidente, che fu protagonista di un intervento davvero storico. Anche la nostra storica appartenenza al Partito Popolare Europeo è garanzia dell'europeismo e dell'atlantismo di questo governo. Credo che davvero, con gli alleati, ci sia la massima sintonia su questi temi.
Il centrodestra eletto dal popolo italiano è una famiglia che sta insieme da 30 anni e che ha sempre manifestato una assoluta concordia suoi valori. Anche nella politica estera e di difesa sapremo dunque agire nel migliore interesse dell'Italia».
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