Il fratello di Giada: "Voglio bene ad Andrea, racconti tutto"

I genitori dell'uomo arrestato per omicidio volontario non c'erano. La sorella della 33enne uccisa: "Stanno soffrendo anche loro"

Il fratello di Giada: "Voglio bene ad Andrea, racconti tutto"
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Ha il volto di Giada stampato su una maglietta bianca: «Era una ragazza dolcissima, ci mancherà». La sorella della 33enne morta cadendo da un cavalcavia sull'A4, a Vigonza, non ce l'ha con i genitori di Andrea Favero, il compagno di 39 anni in carcere con l'accusa di averla lanciata di sotto.

Ieri non se la sono sentita di partecipare al funerale della donna, celebrato a Folzano, il quartiere di Brescia dove aveva vissuto: «Stanno soffrendo anche loro, sono brave persone. Non è giusto accanirsi contro di loro», dice Federica Zanola fuori dalla chiesa. Mentre suo fratello Daniel si rivolge direttamente a Favero, per cercare di capire se è stato davvero lui, nella notte tra il 28 e il 29 maggio, ad uccidere la sorella su quel cavalcavia: «Voglio ancora bene ad Andrea, ma adesso dovrebbe dirmi lui cos'è successo». Perché dopo le prime parziali ammissioni («L'ho presa per le ginocchia e l'ho sollevata oltre la ringhiera»), tra l'altro rese in assenza dell'avvocato e quindi inutilizzabili, Favero ha detto di aver un vuoto e di non ricordare nulla dell'accaduto, facendo poi scena muta davanti al gip. Daniel dice di non essersi accorto che ci fosse qualcosa che non andava tra la sorella e il padre di suo figlio, un bimbo di tre anni: «Se avessi saputo cosa stava succedendo le avrei detto di chiamarmi». Sembra che il rapporto tra i due fosse in crisi da un pezzo, lei aveva annullato le nozze in programma e temeva che non le avrebbe più fatto vedere il figlio. Un mix micidiale che potrebbe aver scatenato un corto circuito nella sua mente.

Nell'omelia il sacerdote parla della rabbia che prova, insieme a tutta la comunità di Folzano che l'ha vista crescere: «Ci sentiamo persi, costretti a deglutire un boccone troppo amaro». «Carissima Giada - dice il religioso - nessuno di noi avrebbe potuto anche solo immaginare per te un rientro forzato come quello che ti ha appena coinvolta: dal Veneto che amavi per via direttissima al Folzano che portavi nel cuore, ma che rientro è? Su una vettura elegantemente truccata - un carro funebre - ma ahimè senza più la possibilità di sorridere né di guardare il volto delle persone che ami fisicamente e tragicamente distante a quel bambino che era divenuto parte della tua vita, senso per cui valeva la pena continuare a sperare in una vita felice».

È un riferimento alla passione che Giada aveva per i motori, come testimoniano le tre auto «tuning» (modificate) che rombano quando il feretro arriva e quando lascia il sagrato tra lacrime e i fiocchi rossi indossati da chi è venuta a salutarla. Di sottofondo la musica di Mr. Rain con Superoi. Nell'omelia nessun cenno ad Favero, arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato, in cella in attesa della chiusura delle indagini.

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