Sembrava l'arma vincente per risolvere i problemi del traffico e battere l'inadeguatezza del servizio pubblico nelle maggiori città italiane, mentre il car sharing si sta dimostrando un boomerang per molti che si sono decisi a lasciare l'auto nel box, per utilizzarne una con la formula «pay per use». Al contrario di quanto si possa pensare, infatti, non sono un grimaldello universale per le aree urbane, e le multe sono sempre in agguato. A quelle legate alle normali infrazioni al Codice della strada si aggiungono quelle che derivano da un'informazione talvolta ingannevole e da una serie di trappole posizionate dagli assessori alla mobilità dei vari comuni.
Da quando, nell'agosto 2013, le citycar condivise sono partite da Milano alla conquista delle metropoli hanno raggiunto ben presto gli obiettivi prefissati, grazie soprattutto agli slogan dei vari gestori che in sintesi trasmettono questo messaggio: «Vai dove vuoi e la lasci dove vuoi». Questo è vero, ma solo in parte. In sostanza, possono circolare liberamente nelle Ztl, compresa l'Area C di Milano, e si possono parcheggiare di norma in ogni tipo di area, delimitata non solo dalle strisce bianche. C'è quindi via libera per lasciare gratuitamente l'auto all'interno delle strisce blu dei posteggi a pagamento, e perfino in quelle gialle riservate ai residenti, mentre sono naturalmente escluse le zone dedicate ai portatori di handicap. Non basta, perché la libertà di movimento esclude anche le corsie preferenziali, che in molti sono convinti di avere la licenza di percorrere, al pari di mezzi pubblici e taxi.
Accade soprattutto dove il servizio è arrivato sull'onda del successo milanese, a Roma e a Torino in particolare. Nella capitale, infatti, i confini di libero accesso al centro storico sono stati modificati a novembre dello scorso anno, dopo che i servizi erano stati attivati, con un'ondata di infrazioni di proporzioni gigantesche. Qualcosa di simile è previsto nel capoluogo piemontese, dove l'auto condivisa è arrivata da poche settimane, e dove i responsabili della polizia locale hanno iniziato a mettere le mani avanti, in previsione di un terremoto annunciato, il cui epicentro è atteso tra un paio di mesi. Una vera e propria bomba a orologeria già innescata, perché sono centinaia le Car2Go e le Enjoy che transitano regolarmente tra bus e tram. Per ogni passaggio sotto le telecamere di controllo (anche più di uno nella stessa giornata quindi), è prevista la partenza in automatico di un verbale da 81 euro. Importo al quale vanno aggiunte le spese di notifica e costi di gestione della pratica che possono variare da 15 a 20 euro.
Lo scaricabarile è già iniziato, perché da una parte si giustificano con il fatto che i divieti di accesso sono chiari, dall'altra i gestori del car sharing dichiarano di avere chiaramente indicato nel regolamento quali siano le aree off limits. E a nulla possono valere le giustificazioni degli utenti sbadati, colpevoli di essersi fidati di una pubblicità che promette più di quanto può mantenere.
Un problema che va ad aggiungersi a quello già consolidato derivante dall'abuso di libertà di parcheggio. La tariffa a tempo può infatti indurre a lasciare l'auto dove capita, dato che ogni minuto speso nella ricerca costa almeno 25 centesimi di euro. Così c'è chi sceglie le soluzioni più creative, ma anche per chi è più attento le insidie sono in agguato. Non è sufficiente lasciare il veicolo negli spazi delimitati, è necessario verificare che nei due giorni seguenti la fine dell'utilizzo non siano previsti la pulizia della strada, una sagra o un mercato settimanale.
In caso contrario ai pochi euro del noleggio se ne andranno ad aggiungere almeno altri 50 per lo spostamento dell'auto da parte del personale. Più del doppio se si arriva tardi e interviene il carro attrezzi. Attenzione anche all'uso di alcol; Il tasso consentito è infatti pari a zero, anche se il Codice consente 0,5 g/litro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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